La verità di Caravaggio va cercata nei suoi quadri

"La verità di Caravaggio” (Nomos Edizioni) di Giuseppe Fornari offre uno sguardo diverso che supera gli stereotipi attribuiti all’artista. Presentazione martedì 3 marzo (ore 21) alla Libreria Boragno di Busto Arsizio

caravaggio

Sulla storia e la figura del Caravaggio (Michelangelo Merisi) si è scritto e detto molto, spesso limitando lo sguardo solo ad alcuni aspetti, primo fra tutti quello dell’artista maledetto, facilmente incline all’ira e per questo incapace di integrarsi in un un codesto storico-artitistico che invece richiedeva una maggiore capacità di mediazione con i committenti legati alle istituzioni religiose.

LO SGUARDO DIVERSO DI GIUSEPPE FORNARI – Nel libro “La verità di Caravaggio” (Nomos Edizioni), Giuseppe Fornari offre uno sguardo diverso che supera gli stereotipi attribuiti all’artista, mettendo al centro dell’analisi le sue opere. La tesi di Fornari, svelata nel secondo capitolo del libro, è che l’ambiguità e le forzature nel dibattito che ha caratterizzato la ricerca sul Caravaggio in Italia è stato «condizionato da manchevolezze di metodo storico e filosofico, e da precompressioni culturali che non hanno mancato di influenzare anche l’attuale popolarità di Caravaggio, aggiungendo alle banalizzazioni mediatiche l’astio e la chiusura delle tenzoni accademiche».

DOVE CERCARE LA VERITA‘ – L’autore del saggio non cade in questa trappola, prende in considerazione tutte le voci in campo, ma alla fine cerca le risposte nell’unica fonte a cui un critico si deve abbeverare: le opere del pittore. In questo modo si supera l’incasellamento restrittivo dell’opera del Caravaggio in un realismo buono per ogni stagione e caro a una certa critica. I suoi quadri però svelano ben altro. Per esempio, l’analisi di “Giuditta e Oloferne”, sganciata dall’interpretazione realista, svela la natura veristica e teologica della luce. Così come lo sguardo sconcertato della fragile Giuditta, strumento di una volontà superiore, interroga l’osservatore sull’esistenza di Dio. E se c’è un tratto realista del Caravaggio lo si ritrova proprio in questa ricerca, priorità drammatica e compulsiva più della sua leggendaria ira.

L’AMORE RICAMBIATO CON L’IGNOMINIA -Il saggio di Fornari ha dunque il merito di ricondurre il dibattito sulla figura e l’opera di Caravaggio sganciandola dagli stereotipi e ricollegandola alla sua intera esistenza, dagli esordi giovanili alle influenze di Tintoretto e Tiziano, fino all’incontro con Michelangelo. Non potevano mancare i capitoli relativi alle ultime drammatiche fasi della sua vita. Nella “Cattura di Cristo” «Un Caravaggio giovane e fresco assiste alla scena, con uno sguardo da bel tenebroso avido di conoscenza, di vita: della vita egli non vuol perdersi nulla., ma questo giovane genio aduso al pennello e al pugnale sa che in fondo alla vita amata e cercata c’è il tradimento di Cristo, c’è l’amore ricambiato con l’ignominia».

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“La verità di Caravaggio” (Nomos Edizioni) di Giuseppe Fornari sarà presentato martedì 3 marzo (ore 21) alla Galleria Boragno di Busto Arsizio nell’ambito di Filosofarti 2015

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Pubblicato il 02 Marzo 2015
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