Lavoratori e sindaci in presidio contro la chiusura degli uffici postali
La protesta odierna è un altro capitolo della critica contro il piano di razionalizzazione di Poste Italiane che, solo nei paesi del Varesotto, prevede la chiusura di 7 uffici e un piano di razionalizzazione di altri 15
Difendere i posti di lavoro e il ruolo sociale degli uffici postali. Lavoratori e sindaci del Varesotto si sono riuniti in presidio di fronte agli uffici della posta centrale di viale Belforte a Varese in segno di protesta contro il piano di chiusura e razionalizzazione degli uffici postali che l’azienda sta attuando e che avrà conseguenze anche in provincia.
La protesta odierna è un altro capitolo della critica che si è levata contro il piano di razionalizzazione di Poste Italiane che, solo nei paesi del Varesotto, prevede la chiusura di 7 uffici e un piano di razionalizzazione (apertura a giorni alterni) di altri 15 uffici postali. Modifiche ad un servizio ritenuto fondamentale per il territorio, soprattutto per quei paesi dove gli uffici costituiscono anche un presidio sociale importante per la popolazione e le sue fasce più deboli e impossibilitate a spostarsi per raggiungere il servizio postale.
«L’azienda motiva questo piano di intervento con la scarsa produttività degli uffici ma continua a negare i dati reali – spiegano i sindacati territoriali di Varese riuniti nelle sigle di Slp-Cisl, Slc-Cgil, Failp-Cisal, Confsal-Com, Ugl-Com -. I vertici non conoscono le effettive condizioni di lavoro e i disagi ai quali sono costretta far fronte i dipendenti a causa delle evidenti mancanze di personale e le carenze strutturali ed organizzative del lavoro. Questo piano di razionalizzazione non è assolutamente giustificato dai dati di un’azienda che da undici anni produce consistenti utili di bilancio».
I lavoratori, così come anche i sindaci, sono preoccupati che con questo piano di chiusure le poste perderanno una delle loro caratteristiche principali: «la capillarità del nostro servizio è fondamentale sia per l’azienda che per il territorio – spiega Cappello della Cisl Lombardia -. Mettere in discussione il radicamenti dell’azienda sul territorio significa colpire le fasce deboli della popolazione e metter sin discussione il lavoro».
Davanti alla sede delle poste, insieme ai lavoratori, c’erano anche i rappresentanti di alcuni dei comuni coinvolti. «Queste azioni vanno coordinate con il territorio perché aprono delle ferite importanti nel suo tessuto sociale – spiega Fabrizio Mirabelli, consigliere del Comune e della Provincia di Varese». A fargli eco anche il sindaco di Laveno Mombello Graziella Giacon, «è inaudita che il territorio non sia stato consultato prima di attuare questo intervento. Produrrà gravi danni sul territorio», e il vicesindaco di Gavirate Massimo Parola «contro la chiusura dell’ufficio di Oltrona abbiamo già raccolto centinaia di firme a sostegno della reale preoccupazione della popolazione».
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