Porro: “Non facciamo dell’evento dell’Expo la fiera degli auguri”

Lettera aperta del sindaco in vista dell'imminente apertura dell'esposizione universale: "Non perdere di vista il senso più vero e profondo del tema “Nutrire il pianeta, energia per la Vita”

luciano porro apertura

EXPO: Ama la terra come te stesso! Ho recentemente letto sulla stampa un contributo di Mosè Bianchi che mi ha richiamato alla riflessione in merito all’attesa quasi febbrile per l’Expo di Milano, presentato ogni giorno di più come il grande evento capace di cambiare il futuro del nostro paese. Grandi aspettative ma anche grandi preoccupazioni, indicato, attraverso menzogne e ipocrisie, come portatore di valori per il fatto stesso di prodursi. Come se tutti avessero dimenticato la corruzione che ha caratterizzato la preparazione, come se si ignorasse che la logica dominante è quella del profitto in mano alle grandi multinazionali, come se non si volesse vedere che lo scopo primario è disporre di una grande vetrina, di un immenso spettacolo, magari anche molto redditizio. “Nutrire il pianeta” diventa uno slogan, ripetuto anche da chi non si sogna nemmeno di muovere un dito per nutrire gli affamati in carne ed ossa. Si finge di ignorare che questo ideale straordinario richiede da parte nostra un cambiamento di stili di vita, una consapevolezza del fatto che la dignità umana è rispettata solo attraverso l’uguaglianza e la giustizia.

Recentemente Papa Francesco, in un messaggio inviato a quanti nell’Hangar Bicocca erano impegnati nelle prove generali per l’Expo, ha pronunciato parole forti che dovrebbero essere il vero monito perché l’Expo si orienti davvero a nutrire il pianeta: “Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; gli uomini perdonano a volte, la terra non perdona mai!” Parole dure ma vere, viste le tante e terribili esperienze di alluvioni, esondazioni, frane, di una terra che abbiamo devastato negandole la possibilità di obbedire alle leggi della natura. “Una terra che sfruttiamo e spremiamo per una produzione che sia vincente sul mercato, una terra che non consideriamo più né madre né sorella ma solo matrice da sfruttare senza limiti e con tutti i mezzi, anche a costo di depauperarla e desertificarla nel domani: basta che oggi sia in grado di dare a noi non solo il necessario ma soprattutto il superfluo. Una terra che non è più un bene comune, quella tavola imbandita per tutta l’umanità, alla quale tutti hanno il diritto di sedersi per mangiare, quel tesoro ricevuto in eredità dalle generazioni che ci hanno preceduto e in prestito dalle generazioni a venire… No, viviamo la terra come fornitrice a pochi di risorse e cibo perché si rimpinzino fino all’obesità e neghino ad altri il necessario vitale che il mercato non riconosce perché per lui non redditizio”.

Papa Francesco avverte che “gli esclusi sono non solo esclusi o sfruttati, ma rifiuti, avanzi, scarti dell’umanità”, cui non vanno nemmeno le tonnellate di scarti alimentari che intasano le nostre discariche di rifiuti. Siamo succubi di un’economia che vive di adorazione del Dio denaro, alienata al denaro, prostrata davanti alle esigenze del mercato e segnata da una “competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole”. Ci siamo talmente imbarbariti da chiamare legge del mercato la legge della giungla, il primitivo prevaricare del più forte sul più debole. E dimentichiamo che da sempre sono i poveri che vanno dove c’è il pane e non è il pane che rincorre i poveri.

Occorre dunque che ci poniamo alcune domande: può essere straordinario il compito di “nutrire il pianeta”, ma a chi lo affidiamo? È lasciato alla programmazione di multinazionali che obbediscono sempre e solo alle leggi del proprio tornaconto? Se invece nutrire il pianeta è compito comune e appartiene alla responsabilità di perseguire il “bene comune”, chi sono i soggetti che se ne incaricano, con quali mezzi a disposizione, con quali criteri di giustizia ed equità, con quale compatibilità con la pace, la solidarietà, la dignità umana, la fratellanza universale?

Non facciamo dell’evento dell’Expo la fiera degli auguri, il campionario dei proclami di intenti caritatevoli: sia invece occasione per affrontare seriamente, responsabilmente e concretamente i temi urgenti della fame e della povertà, ormai presenti anche in mezzo al mondo industrializzato, gli appelli improcrastinabili che la terra ci rivolge per la sua custodia e salvaguardia, il rispetto dei diritti delle generazioni future.

Anche nella nostra Città di Saronno si vive l’attesa di questo avvenimento che sarà l’Expo, che coinvolgerà non solo Milano ma la Regione Lombardia e l’intero Paese. Tra i numerosi appuntamenti, anche saronnesi, cerchiamo di non perdere di vista il senso più vero e profondo del tema “Nutrire il pianeta, energia per la Vita”.
Per tutti l’Expo diventi l’occasione per far risuonare il comandamento: “Ama la terra come te stesso!”.

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 19 Marzo 2015
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