Bologna dà una lezione a una moscissima Openjobmetis

I biancorossi perdono 86-78 ma restano a lungo sotto di 20 punti nel punteggio, travolti dalle Vu Nere e incapaci di reagire. Ennesima prova deludente di una stagione da chiudere al più presto

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I campanelli di allarme che coach Attilio Caja ha fatto risuonare in settimana sono stati purtroppo una giusta profezia sul destino della trasferta bolognese della Openjobmetis. Il tecnico biancorosso aveva sottolineato come diversi suoi giocatori non avessero ben recepito la durezza del campionato italiano, chiedendo alla propria squadra grande attenzione per una gara tutt’altro che semplice, viste le tante vittorie casalinghe della Granarolo. Che, puntualmente, è scesa sul parquet concentrata e determinata a mettere in tasca i due punti che per le Vu Nere significano un altro passo in direzione dei playoff.

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Granarolo Bologna – Openjobmetis Varese 86-78 4 di 24

Tutto il contrario di quanto fatto da Varese, inguardabile, incommentabile e travolta per mezz’ora dal gioco dei bianconeri: non inganni infatti il risultato finale (86-78) né il -6 maturato a un minuto dalla sirena; un’illusione nata e morta lì, quando Bologna ha smesso di spingere sbagliando qualche pallone per troppa leggerezza e consentendo una parziale rimonta agli ospiti. La Openjobmetis però ha viaggiato molto più spesso su ben altri divari, restando a lungo sotto di venti punti e dintorni, tradita un po’ da tutti i suoi uomini. Nella classifica dei peggiori in assoluto vince Rautins, disastroso nel tiro da 3 (0/9) con tanto di 5 palle perse; non troppo migliore la prova di Kangur e di un Letho che continua a lasciare interdetti per quanto sia di basso livello. A provarci Eyenga in apertura, Callahan nel finale mentre Maynor e Jefferson hanno fatto bottino senza troppo incidere. E infine Diawara, un’altra volta in difficoltà sul campo e di nuovo fermato – strada facendo – dal polpaccio infortunato: la nostra idea di lasciare spazio a Okoye, di nuovo rigettata da Caja, non era poi così balzana.

Il ko di Bologna ha certificato che questa squadra non è adatta ai playoff: il match pasquale poteva essere l’occasione per una iniezione di speranza e invece è stato la tomba di ogni velleità. A cinque gare dalla fine, l’obiettivo è quindi sfumato del tutto: resta una salvezza ancora da guadagnare per la matematica e sarebbe utile che domenica prossima, quando a Masnago ci sarà la pericolante Caserta, i conti vengano chiusi una volta per tutte. Per quest’anno ne abbiamo viste abbastanza.

PALLA A DUE – Davanti a un pubblico buono ma non oceanico (presente anche qualche decina da Varese, tra gli “Arditi” e i tifosi sparsi per la Unipol Arena) va in scena una classicissima del basket nazionale. Per l’occasione Caja sceglie Eyenga e Kangur nei ruoli di ala con Diawara, acciaccato, di rincorsa dalla panchina. Valli mette il gigante Cuccarolo in quintetto base, mentre il play titolare è Gaddy preferito a Imbrò.

 

LA PARTITA – Se nei primissimi scambi su ring di Casalecchio Varese pare voler rispondere colpo su colpo a Bologna, il parziale di metà primo quarto dà già la cifra di che partita sarà quella di stasera: le Vu Nere segnano praticamente sempre, vanno con ferocia a rimbalzo d’attacco e sono subito avanti di 8. Imbarazzante la difesa biancorossa, che lascia spazi enormi a una Granarolo ringrazia e porta a casa un bottino da 32 punti (a 21) in un solo quarto.

La speranza che qualche urlaccio di Caja cambi qualcosa risulta vana: Kangur è nervoso, Maynor spaesato, Rautins impreciso. A parte qualche lampo di Eyenga (che prova anche a difendere ma ha presto tre falli) Varese non produce nulla di buono; la Granarolo è meno cinica rispetto al primo quarto, sbaglia diversi tiri ma veleggia con tranquillità tanto da arrivare alla pausa lunga sul +15, 45-30.

Ma Varese sa fare anche peggio: la prima metà del terzo quarto sembra un’amichevole tra due squadre divise da una categoria. Tanta è la facilità con la quale Bologna (e non stiamo parlando di una schiacciasassi) supera di slancio il +20 (55-32) e gigioneggia dopo ogni errore ospite. Nel finale, dopo alcune palle perse imbarazzanti (Kangur su tutti), tocca a Callahan rimontare di qualche lunghezza, ma è poca roba: 68-53 alla mezz’ora con due liberi di un volenteroso Casella.

IL FINALE – Caja perde Eyenga, quinto fallo e successivo tecnico, ma ritrova barlumi di classe da parte di Maynor, che con il passare dei minuti torna a proporre l’intesa vincente con Jefferson. Il duo americano e un Callahan pungente permettono a Varese di iniziare una risalita che Rautins blocca inesorabilmente, ogni volta che va al tiro: il canadese sbaglia tutto, anche quando la Openjobmetis potrebbe sperare in qualcosa di più. Un canestro di Fontecchio dall’angolo pare mettere la parola fine al match, e invece ancora Maynor e Jefferson confezionano l’ultimo tentativo; quando però Imbrò soffia a Rautins il rimbalzo su un errore di Bologna avanti di 8 (di fatto poteva essere il possesso del possibile -5), le speranze si afflosciano del tutto. E fanno il paio con la squadra, uscita altrettanto sgonfia da questa trasferta da dimenticare al più presto.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Aprile 2015
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