Chiostro di Voltorre, alla ricerca di una soluzione per tenerlo aperto

Incontro stamane in Provincia fra l’associazione che gestisce il sito e Villa Recalcati, proprietaria del sito

chiostro voltorre

Porte sprangate al Chiostro di Voltorre, lo squisito monumento di proprietà della Provincia di Varese e gestito dall’associazione “Amici del Chiostro”. Pochi soldi, anzi niente per una testimonianza della cultura del Varesotto più volte al centro di mostre e manifestazioni.

La denuncia registrata da Varesenews già due settimane fa nella tragica testimonianza di un gruppo di lettori (beffati due volte, poiché anche l’Isolino Virginia, meta della loro scampagnata, è conciato allo stesso modo ndr) ha fatto il giro del web, con un’amara conclusione: “La prossima volta andremo in gita in Svizzera, lì si che…”.

Oggi, 5 maggio, sul tema, in Provincia, si è tenuto un incontro fra il Consigliere provinciale alla Cultura Alberto Tognola, il Presidente degli Amici del Chiostro Silvana Alberio (e sindaco di gtavirate) e del Direttore Artistico dell’associazione, Piero Lotti.

«Stiamo lavorando per garantire aperture e valorizzazione», hanno detto nella nota inviata da Villa Recalacati: «E’ vero che i visitatori in alcune occasione hanno trovato il Chiostro di Voltorre chiuso. Purtroppo questa è una delle conseguenze della situazione di difficoltà in cui si trova la Provincia di Varese. La nostra scommessa però è quella di garantire le aperture e valorizzare questo bene architettonico pur in assenza di fondi. E l’obiettivo è riuscirci coinvolgendo il Comune di Gavirate, gli Amici del Chiostro e altre associazioni. Seppur in questo momento stiamo gestendo in maniera provvisoria le funzioni di Cultura e Turismo, poiché la Regione legifererà in materia solo il prossimo 30 giugno, abbiamo da tempo intrapreso un percorso condiviso con tutti i soggetti coinvolti, come testimonia anche l’incontro che si è svolto questa mattina in Provincia durante il quale abbiamo registrato importanti passi avanti».

«Ci stiamo muovendo nel quadro del codice dei Beni culturali e nel rispetto delle più recenti norme nazionali in materia – prosegue la nota – , che promuovono l’integrazione tra pubblico e privato no-profit. u del sito in maniera innovativa rispetto al passato. Ciò ci consentirà da un lato di testare la validità del metodo e dall’altro di arrivare a una soluzione di più ampio respiro programmatico e temporale».

LEGGI ANCHE: La nostra provincia è pronta per Expo?

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

Un giornale è come un amico, non sempre sei tu a sceglierlo ma una volta che c’è ti sarà fedele. Ogni giorno leali verso le idee di tutti, sostenete il nostro lavoro.

Pubblicato il 05 Maggio 2015
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. apetraccone
    Scritto da apetraccone

    Basterebbe far pagare un biglietto d’ingresso, senza essere troppo esosi, 2-5€ per adulto, già basterebbero per pagare le bollette. In tutto il mondo si paga ovunque! Non vedo perché in Italia i siti pubblici di interesse storico-culturale devono essere ad ingresso libero! Alla fine i costi di manutenzione comunque pesano sul contribuente, quindi è meglio spendere qualcosa prima e meno per prevenire anziché spendere di più per curare o recuperare il degrado.

  2. Avatar
    Scritto da demetrio_serraglia

    A me sembra che le tasse che paghiamo (più del 60% del nostro lavoro serve per pagarle) siano già sufficienti per tenere aperto ogni sito storico-culturale, con il personale adeguato, preparato e pagato. Basarsi solo ed esclusivamente sul volontariato è una delle pessime abitudini italiane, e ciò solo per poi pagare con esosi stipendi non solo i politici di turno ma tutto il sottopotere dei vari dirigenti del settore pubblico ma anche privato.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.