“Il centro iperbarico è sicuro. Il problema è un altro”

L'amministrazione unico del centro iperbarico Verbano spiega le ragioni della chiusura

centro medicina iperbarica laveno mombello

La chiusura del Centro di medicina iperbarica di Laveno è sempre al centro dell’attenzione. Dopo le parole del consigliere regionale Luca Marsico, Tiziana Petoletti, amministratore unico del centro, ha deciso di chiarire alcuni punti essenziali della vicenda:

«  Vorrei rispondere alle dichiarazioni rilasciate dal consigliere Luca Marsico circa la complessa situazione del Centro Iperbarico di Laveno Mombello che amministrato ormai da 3 anni.
Sono dichiarazioni ineccepibili per un politico. Voglio precisare che la sicurezza è stata la base nella gestione di una struttura complessa come quella di un centro di medicina iperbarica.
Nessuno vuole né tantomeno pretende di “aprire” una struttura non sicura. Al centro sono presenti professionisti seri che da anni lavorano ed operano nel settore sanità e precisamente professionisti esperti nella gestione e trattamento di pazienti affetti da patologie che necessitano della terapia iperbarica.
Perdonatemi ma tutti vogliamo lavorare in sicurezza!

Qui la questione è un’altra. Vorrei vedere di spiegarla per chiarezza d’informazione. Legittimo da parte delle autorità competenti sospendere autorizzazione e accreditamento ad una struttura per capire, come si minimizza oggi sui giornali, se “si lavora in sicurezza”.

Legittimo far produrre alla struttura la documentazione comprovante la sicurezza.

Bene la documentazione “pacchetto sicurezza” è stata prodotta. Decine i tecnici che si sono susseguiti in queste settimane ed hanno visionato l’impianto.

La documentazione è stata inoltrata alla Asl di competenza. Qui son sorti i problemi. Già perché per analizzare una documentazione complessa e di altissima tecnicità occorre essere competenti e preparati.

Ci siamo trovati ad un “tavolo tecnico”, invocato peraltro dalla stessa ASL, ma purtroppo noi abbiamo portato i tecnici ma la Asl i tecnici specializzati in impianti iperbarici non li aveva.

E allora? Un incontro che ha prodotto un “nulla di fatto”. Anzi ha prodotto un danno per l’utenza. Già in questa “battaglia” tra il centro e le autorità competenti le uniche “vittime” sono i pazienti. I cittadini sono sempre gli unici che pagano per le lungaggini burocratiche. Ai funzionari pubblici piace sempre la frase “questo non è di mia competenza, mi procuri un certificato con indicazione chiara di…, ecc.”.

La questione qui è di facile risoluzione: commissione di tecnici competenti (e per esserlo non base essere semplici dipendenti ASL addetti al sistema sicurezza) che valuti, in loco, la sicurezza dell’impianto. Non ci sono altre soluzioni.

Se poi vuol venire anche il consigliere Marsico le nostre porte sono sempre aperte anzi mi auspico che “venga a trovarci” e soprattutto che visioni la documentazione da noi prodotta e anche che ci contatti perché, per fare chiarezza, occorre sentire tutti non solamente le ASL.

Chiudo con un appello al consigliere Marsico : la camera ha bisogno di riaprire ma deve farlo con dignità e il prossimo argomento da toccare è la questione budget attualmente di soli Euro 130.000= annui (!).

Tiziana Petoletti
Amministratore unico Centro Iperbarico Verbano srl»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Maggio 2015
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