Io, volontaria ad Expo, vi racconto la mia esperienza

Fabiola è una ragazza di Gallarate che per due settimane ha fatto la volontaria all'Expo. In questa lettera racconta la sua esperienza: cos'ha visto, cos'ha provato e cosa ha mangiato

volontari expo

La mia esperienza ad Expo Milano 2015 inizia praticamente a maggio dell’anno scorso. Uscendo dall’università , mi ritrovai di fronte un cartellone che “reclutava” Volontari per Expo. Non ebbi nessun dubbio. Tornai a casa e mandai subito la mia candidatura. Non ricevetti risposta fino a gennaio  di quest’anno. Feci un colloquio di circa mezz’ora a Varese,in un’associazione per il volontariato, con un ragazzo davvero gentile e disponibile. All’incirca un mesetto dopo mi sono trovata a fare il corso di formazione online, davvero interessante, dove ti spiegavano le cose fondamentali da sapere, per esempio, il tema, la mappa del sito espositivo,  nozioni importantissime sulla sicurezza e sui comportamenti da mantenere all’interno di expo. Alla fine di ogni modulo, dovevi svolgere un test per mettere alla prova le conoscenze acquisite. Il periodo da me scelto è stato quello dal 30 aprile fino al 13 maggio, con un turno mattutino per la prima settimana, e pomeridiano per la seconda.

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Ancora non avevo capito, quanto sono stata fortunata nel scegliere quel periodo, finché non mi sono travata nella platea dell’anfiteatro , durante l’inaugurazione dell’evento.  Lì per la prima volta mi sono sentita fiera, orgogliosa di vivere in Italia, di appartenervi, di crederci ancora nonostante le mille difficoltà che stiamo affrontando. Li per la prima volta ho sentito il cuore battere mentre cantavo l’inno nazionale. Sentire quella versione, cantata dai bambini e da uomini fieri, mentre un militare alzava la bandiera, mi ha fatto commuovere.

Ho lasciato fuori ogni tipo discorso o pregiudizio politico e ho sentito ogni singola parola di chi è intervenuto, e ho cercato davvero di ascoltare, di far mie quelle parole, di elaborarle. Si sa le parole sono solo parole, e rimarranno sempre tali, finché non saremo noi a dargli un senso. Alla fine di quella giornata, tirando le somme, avevo già avuto in solo giorno più di quanto mi sarei aspettata dall’intero periodo. In quanto non avrei mai pensato di sentire delle vere e proprie emozioni. L’emozioni, le sensazioni e le esperienze saranno poi il filo conduttore di ogni giornata vissuta da me ad Expo Milano 2015.

Ogni giornata, ogni padiglione, ogni colore, odore, erano diversi l’uno dall’altro. Ho provato stupore, nel vedere la bellezza del padiglione Qatar, curiosità in quello dell’angola, ho riflettuto in quello della Svizzera, ho respirato in quello dell’Austria. Mi sono sentita triste guardando lo sguardo di un bambino affamato(simulato) nel padiglione Corea.  Mi sono divertita saltando la corda nel padiglione Polonia, e sono tornata bambina nell’altalena dell’Estonia. Ho conosciuto nuovi concetti, ho fatto nuove scoperte nel padiglione Italia e Ho provato delusione nel vedere la vacuità di padiglioni come quello spagnolo, o francese. Mi sono emozionata durante il primo spettacolo serale dell’albero della vita, cui nome rende benissimo onore al l’idea dell’evento e dell’albero in se.

Purtroppo la mia esperienza si è conclusa, e ancora mi domando come potrei spiegare la bellezza delle emozioni e delle esperienze vissute a coloro che ogni volta mi danno della “schiava” o dell’ingenua perché non mi sono fatta pagare. Ma d’altronde Come potrei spiegare loro come ci si sente a sentirsi parte di un qualcosa che è più grande di te, che andrebbe avanti senza di te, come si potrebbe spiegare la bellezza di tutti quei colori, di tutti quelli odori , dei profumi, di tutti quegli abiti colorati e non, di tutte quelle danze che fino a quel momento non avevo mai visto, di tutte quelle tradizioni e di tutti quei sorrisi. come spiegare la bellezza dei bambini che in gruppo ballano la sigla del padiglione sloveno o  il loro sorriso quando incontrano le mascotte dei padiglioni. Come spiegare il gusto dell’acqua di rose che si assaggia in Iran, o il sapore dei pirogi che assaggi in Russia, come spiegare  di ritrovarti con i tuoi compagni di avventura a cantare sotto l’albero della vita, per l’ultimo spettacolo che insieme avremmo visto. nostalgia dei saluti, degli abbracci. Come spiegare il fatto che ho conosciuto tantissime persone, tra cui “uomini e donne che amano la Pace, e che sono disposti ad abbracciare il mondo” tanto per citare il discorso del sindaco di Milano, Pisapia. Tanti ragazzi come me, che ancora credono nella bellezza dell’Italia, e nella potenza Italiana, che credono ancora nel nostro saper fare nonostante le mille polemiche, e tanti ragazzi con la volontà, come me, di sentirsi parte di qualcosa e di viverla a 360 gradi, donne  e uomini di tutte le età con quella voglia di girare il mondo in 14 giorni, di abbracciare nuove culture, di conoscerle, senza pregiudizi o giudizi. Come potrei io mai spiegare la bellezza dei racconti di tanti ragazzi, provenienti dalla Cina, dall’india, e dall’argentina . come si fa a far capire a queste persone che certe cose riempiono il tuo baglio culturale, in un modo che neanche quei 300/400 euro non avrebbero potuto fare!

Probabilmente basterebbe dir loro, che oltre i rimborsi spesa per cibo e trasporti, ci hanno anche regalato un tablet come ringraziamento. Magari potrei farli riflettere dicendogli  di fare due calcoli, moltiplicando il prezzo del biglietto per 14 giorni. E a noi giustamente non è costato niente, quindi  anche facendo un discorso di convenienza, possiamo capire che di schiavi non ce ne sono.  Io tutta la grande bellezza all’italiana, che ho vissuto ad expo Milano, vorrei tanto riuscire a trasmetterla anche agli altri. Ma quello che Vorrei davvero è riuscire a convincere anche i più scettici ad andarci anche solo per una sera perché solo cosi capiranno, che la bellezza anche nei suoi difetti, non si può spiegare, ma solo ammirare.

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Pubblicato il 22 Maggio 2015
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