C’è un nuovo “West” per le imprese varesine

Tradizionalmente radicate negli Stati costieri degli Usa, ora le imprese del Varesotto guardano con sempre più interesse a quelli centrali. Cresce l'export verso gli Usa

bandiera americana stelle strisce

Una volta c’era la conquista del West, oggi, dati di export alla mano, alle imprese varesine conviene puntare più sugli Stati centrali degli Usa. Mercati dalle maggiori capacità di espansione per le esportazioni di imprese manifatturiere. L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese accende i riflettori sulle opportunità commerciali degli Stati Uniti. Un Paese che già in questo momento rappresenta uno dei partner esteri dove le aziende varesine sono più presenti coi propri prodotti, ma che può fornire ampi margini di miglioramento. Come d’altronde è emerso durante l’incontro “Usa: opportunità e potenzialità commerciali”, che si è tenuto nella Sede di Gallarate dell’Unione Industriali e che, con la collaborazione degli esperti di Unicredit e di IC & Partner Spa, si è concentrato sulle regioni interne degli Stati Uniti.

A fine 2014 gli Stati Uniti erano il terzo mercato di destinazione delle esportazioni varesine, dopo Germania e Francia. Primo partner tra i Paesi extra-Ue, dunque. Con un valore di 550,5 milioni di euro, gli Usa rappresentano da soli il 5,6% dell’export provinciale. E i dati sono in crescita. Costante. Già nel 2014 i livelli sono risultati maggiori del 2,1% rispetto al 2013. Un trend confermato anche nel 2015. Nel primo trimestre dell’anno le esportazioni varesine negli Usa sono cresciute del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore di 129,1 milioni di euro. Cosa esportiamo di più Oltreoceano? Il 25,38% delle merci vendute nei primi tre mesi è stato rappresentato da macchinari ed apparecchi (32,8 milioni). Il secondo settore è quello dei mezzi di trasporto, che per Varese è sinonimo di aerospazio: in questo caso la quota di export sul totale è del 20,7% (26,7 milioni). Seguono i prodotti in metallo (con una quota del 14,4% e un valore di 18,2 milioni), gli apparecchi elettronici (8,85% per 11,4 milioni), i prodotti del tessile e abbigliamento (8,08% per 10,4 milioni).

Tra l’altro proprio il settore della moda è quello che ha segnato uno dei balzi in avanti tra i più consistenti: +50,7% rispetto ai 6,9 milioni di euro dei primi tre mesi del 2014.
“La necessità di un ammodernamento industriale delle aree centrali degli Usa – ha spiegato Pietro Limido, responsabile dell’Area Internazionalizzazione dell’Unione Industriali – apre alle imprese varesine nuove prospettive di crescita sul mercato. Sono queste le regioni degli Stati Uniti che numerosi studi indicano come le nuove frontiere. Generalmente infatti i nostri flussi commerciali si focalizzano sulle coste, lasciando alle aree interne degli States un ruolo marginale, con spazi di crescita davvero consistenti, se si considera che queste aree rappresentano l’80% del Pil Usa e costituiscono un bacino di almeno 250 milioni di consumatori”.
“Dopo anni di delocalizzazione delle attività industriali – ha raccontato Monica Taborelli, Ceo di IC Americas, sezione americana con sede a Houston di IC & Partner Spa – ora gli Stati Uniti stanno vivendo una fase di reshoring, in cui la reindustrializzazione ha un forte bisogno di conoscenze, competenze e qualità nei prodotti che le aziende americane sempre più spesso cercano in partner italiani. E Varese sicuramente può dire la sua visto il know how che è in grado di esprimere”.

La parola d’ordine è, dunque, riposizionarsi. «Gli investimenti greenfield (avvio di un’impresa operativa in un mercato estero secondo le normative locali ndr) di società italiane negli Usa hanno in maggioranza destinazione negli stati di New York, California e Florida. Storicamente i settori maggiormente attivi in tale contesto sono quelli tessile, della meccanica e dei beni di consumo», ha spiegato Alessandro Paoli di Unicredit, con slide che hanno messo in evidenza come ci siano altre aree fortemente manifatturiere dove, dunque, un’impresa come quella varesina, molto forte sul fronte dei componenti e delle macchine utensili, potrebbe fare breccia. Come ad esempio l’Illinois, l’Indiana, il Michigan, la Louisiana. Il nuovo “West” è qui.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Giugno 2015
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