La sanità lombarda dovrà istituire l’infermiere di famiglia

I diversi organi collegiali provinciali degli infermieri hanno presentato alcune proposte da inserire nella riforma della sanità

infermiere apertura

Nel dibattito sul futuro della sanità lombarda, i Collegi IPASVI (infermieristici) delle diverse province hanno redatto un documento contenente gli emendamenti alla legge in discussione: «L’importante lavoro di raccordo, discussione e analisi sulla riforma vede in prima linea tutte le professioni firmatarie del documento, quali protagonisti di un reale cambiamento che si basi sull’inserimento strutturato di competenze professionali già presenti ma non riconosciute.

«Nella proposta presentata si richiede l’istituzione dell’infermiere di famiglia e di comunità quale professionista responsabile dell’assistenza infermieristica erogata sul territorio, per la gestione dei bisogni assistenziali di tipo preventivo, curativo, palliativo e riabilitativo del cittadino e delle famiglie nel loro contesto di vita ricoprendo un ruolo di collante per l’integrazione della rete sociosanitaria con quella sociale, attraverso la presa in carico e la continuità” ha affermato il Presidente del Collegio IPASVI di Varese Aurelio Filippini.

«La condivisione del documento da parte di numerose rappresentanze dei professionisti sanitari e dei Dirigenti Infermieristici della regione, sottolinea la volontà di garantire una forte integrazione della rete sanitaria con quella sociale, attraverso la presa in carico delle persone e la continuità assistenziale. Il cittadino ha il diritto di essere accompagnato nel difficile percorso segnato dalla malattia, soprattutto in caso di patologie croniche e degenerative. Proseguirà inoltre il dialogo avviato nell’ultimo anno con le altre professioni e il confronto con le rappresentanze politiche per garantire un sistema sociosanitario regionale a misura di cittadino” ha dichiarato la Presidente del Collegio IPASVI di Bergamo Beatrice Mazzoleni.

«Un ulteriore passo avanti, in termini di risposta ai cittadini con patologie cronico degenerative, può avvenire – ha affermato il Presidente del Collegio IPASVI di Mantova Andrea Guandalini – con l’individuazione di strutture a medio/bassa complessità assistenziale a gestione infermieristica e dallo sviluppo condiviso delle Cure Primarie anche attraverso un modello di UCCP basato sulla multiprofessionalità, e in tal senso un forte contributo di competenze da parte dei colleghi liberi professionisti”»

«Il cambiamento vero potrà avvenire solo con l’impegno di tutti gli attori e quanto presentato dai firmatari del documento è condiviso e sostenuto» ha sottolineato il Presidente di Commissione III Sanità Fabio Rizzi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Giugno 2015
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