La serata contro la “teoria del gender” accende lo scontro

Il circolo Pd del paese e i Giovani Democratici accusano il relatore, l'avvocato Amato: "è dichiaratamente omofobo". L'amministrazione: "Porta informazioni interessanti, tema importante"

Jerago con Orago

La serata con il relatore «dichiaratamente omofobo» è «inaccettabile». Il Partito Democratico di Jerago con Orago, insieme ai Giovani Democratici del Gallaratese, prende posizione contro la scelta dell’amministrazione comunale del paese, su un tema dove non sono mancate contrapposizioni frontali, letture opposte della realtà esistente, posizioni ideologiche diverse.

Ed è da qui che prende le mosse il Pd, che accusa l’amministrazione di aver preso una posizione troppo netta, su un tema delicato, in un incontro pubblico promosso lo scorso 29 maggio. Ma chi è il relatore «dichiaratamente omofobo»? È l’avvocato Gianfranco Amato, presidente dell’Associazione Giuristi per la Vita, così definito partendo da un articolo di Il Giornale, in cui Amato difende la sua lettura della realtà, polemizzando con il Disegno di Legge Scalfarotto (la sintesi «dichiaro di essere un omofobo» è nel titolo ma fa parte di una frase più ampia).

Da qui parte appunto l’accusa del Pd all’amministrazione comunale: «Dall’invito a firma del sindaco Giorgio Ginelli e dell’assessore Emilio Aliverti si evince che l’obiettivo della serata era quello “della difesa della famiglia naturale” contro “l’ideologia gender”». Va ricordato che l’ideologia del gender non è codificata, è una definizione nata in una parte  del mondo cattolico, secondo cui ci sarebbe un disegno complessivo per annullare la differenza sessuale.

«Sconcertante – commenta il Pd – che le istituzioni organizzino una serata il cui unico relatore è l’autore del libro “Omofobia o eterofobia?” che in un’intervista a “Il Giornale” si è auto-dichiarato omofobo, affermando che “hanno inventato l’emergenza omofobia per avviare una persecuzione contro chi non la pensa come loro”. Non una serata di dibattito e di confronto, bensì un incontro senza contraddittorio e propagandistico, avvallato dall’Amministrazione che sembra dunque abbracciare e promuove le posizioni dell’avvocato. Tutto il contrario di quanto dovrebbero fare le istituzioni pubbliche al servizio dei cittadini. Su un argomento tanto sensibile quanto controverso è quantomeno inappropriato che il Comune non solo patrocini ma addirittura organizzi in prima persona un evento dove non vengono illustrate e discusse diverse posizioni sulla questione, ma ad esempio si sostiene che affermare che l’omosessualità sia moralmente riprovevole non è omofobia. O che parlare a scuola di orientamenti sessuali diversi renda i bambini omosessuali».

Respinge ogni accusa Emilio Aliverti, assessore («e genitore») che si è occupato della serata: «L’incontro era promosso insieme alla parrocchia. Ben lontano dall’omofobia, si parlava alla teoria del gender e alle iniziative ministeriale ad esse collegate. L’altro elemento dell’incontro era rimettere al centro le iniziative a favore della famiglia, che ci sembra si siano perse, come ho sottolineato anche nella introduzione, spiegando anche che introdurremo il quoziente famigliare come accade a Varese». Secondo Aliverti, il punto centrale è la difesa della «autonomia della scuola», che sarebbe insidiata da chi pretende che ogni atto sia «regolamentato con decreto ministeriale». La scelta di Amato è legata al fatto che «è la persona che ne sta parlando di più»: «la sua è una posizione interessante, che ha sollevato l’interesse delle persone intervenute, quindi direi che abbiamo ottenuto l’obiettivo di creare interesse sul tema».

Ma visto il tema molto divisivo, non sarebbe stato opportuno per l’ente pubblico promuovere un incontro a più voci, un dialogo sulla questione? «Il dialogo non sarebbe stato produttivo, sarebbe finito in polemica. Già vediamo ora  come dal Pd arrivi un giudizio a priori su Amato e su chi sostiene alcune posizioni. Da genitore sono preoccupato della piega che il sistema sta prendendo, se posso prendere una posizione lo faccio. Credo sia necessario anche allerttare i bambini su questo tema, in modo delicato. Le famiglie hanno risposto positivamente, l’incontro era sostenuto anche da Acli, Gruppo Famiglie, Movimento per la Vita, genitori delle scuole».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 08 Giugno 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da giovanni_boschini

    Ho scritto e telefonato svariate volte al Comune di Jerago con Orago su questa cosa ma nessuno mi ha risposto. Coscienza sporca?

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