Big Jump, un tuffo nell’Olona per chiedere un fiume più pulito
E' tornato il tradizionale evento di Legambiente per accendere i riflettori sulla qualità dei fiumi più inquinati, Olona in testa: "Solo il 10% dei fiumi italiani rispetta i canoni europei"
Per tuffarsi nell’Olona, oggi, ci vuole un bel coraggio. Ma domenica mattina un gruppo di attivisti di Legambiente è tornato a lanciarsi nelle acque del fiume malato per chiedere più attenzione e investimenti per i depuratori. Il Big Jump, l’iniziativa del Cigno Verde dedicata ai temi della qualità delle acqua, ha fatto tappa anche a Fagnano Olona, nella zona della contrada dei Calimali.
Un tuffo che nel caso dell’Olona serve per chiedere che questo fiume “venga finalmente salvato -si legge in una nota dell’associazione- chiudendo l’annosa questione degli scarichi non collettati e delle acque rilasciate dagli sfioratori di piena dei collettori”. A livello nazionale, tra l’altro, soltanto il 10% di fiumi e laghi rispetta le direttive europee e il 2015, che doveva essere l’anno della svolta, l’Italia non ha centrato gli obiettivi di buona qualità delle acque previsti dalla direttiva europea 2000/60.
In Lombardia sotto le lenti dell’associazione, come sempre, i ‘grandi malati’: Olona, Seveso, Lambro e Mella, con i loro affluenti come il Molgora o il Bozzente, che fanno registrare concentrazioni di inquinanti inaccettabili a causa di scarichi selvaggi, collettori fognari insufficienti, depuratori malfunzionanti o addirittura inesistenti (è il caso gravissimo del Mella, che riceve gli scarichi non trattati della Valtrompia). Ma a portare acque pesantemente inquinate fino al Po sono anche molti colatori e canali agricoli del Basso Cremonese e Mantovano, gravati da pesanti carichi di inquinamento di origine agrozootecnica che causano il deterioramento delle acque del grande fiume nel tratto da Cremona alla foce.
“A fronte di situazioni in miglioramento, come nel caso dell’area metropolitana dove sono stati realizzati o programmati grandi investimenti di risanamento idrico, permane una situazione di grave insufficienza in molte parti della nostra regione – dichiara Lorenzo Baio, settore acqua di Legambiente Lombardia – da parte nostra non ci stanchiamo di denunciare le inaccettabili prestazioni del sistema depurativo lombardo, dal momento che un impianto su quattro restituisce ai fiume acque non conformi, e dunque ancora inquinate”.
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