Fontana: “Iscriverò il Varese alla Serie D”

Addio Lega Pro, ma il sindaco avverte: "Il futuro dipende da chi vorrà mettere i soldi. Ricontatteremo gli imprenditori che la scorsa primavera avevano manifestato interesse"

sindaco Attilio fontana

Ora tocca al sindaco di Varese, che per le regole della Federazione Italiana Giuoco Calcio ha il potere di chiedere l’iscrizione della squadra cittadina al campionato dilettanti, anche se la società in questo momento è in pezzi, senza soldi, senza credibilità, senza nulla. Dopo l’annuncio della società che ha confermato la mancata iscrizione alla Lega Pro, Attilio Fontana, borgomastro di Palazzo Estense, annuncia che sì, lui il passo lo farà, a patto però che qualcuno si faccia avanti per sostenere le spese della Serie D. Nomi? Qualcosa all’orizzonte c’è. O meglio, c’era. Già perchè prima che la dirigenza affidasse la società di via Manin all’imprenditore libanese Ali Zeaiter, un uomo con ancora due anni di pena da scontare per il reato di truffa, il sindaco, la scorsa primavera, aveva riferito alla stampa che aveva parlato con imprenditori locali disposti a ragionare sul Varese 1910.

Poi la dirigenza era andata per un’altra strada, che ha portato i colori biancorossi a questa situazione. I tifosi della curva hanno già espresso il loro parere due settimana fa, durante una manifestazione in cui si sono detti a favore del fallimento, per ripartire dalle serie minori con altre facce.

Cosa succederà al Varese non lo so – afferma Fontana –  sicuramente perderà il diritto sportivo e non potrà partecipare ai campionati di Lega Pro. La palla passa a me nel senso che ho il diritto di chiedere alla federazione il diritto sportivo per l’iscrizione in Eccellenza o Serie D, sempre che ci siano imprenditori che siano disposti a sostenere le spese della squadra. Ci sono alcuni imprenditori  – continua il sindaco – che nel recente passato avevano dato una loro disponibilità di massima. Non se n’era più parlato in attesa che si sapesse la fine del Varese. Adesso riprenderemo i colloqui con queste persone. Spero che possa restare in Serie D, la categoria più alta consentita».

Di certo, rimane in tutta la città l’eco di una stagione in cui si è passati dal Varese di Laurenza, a quello di Pierpaolo Cassarà, il presidente più strano e improbabile che ci si potesse aspettare, fino all’acquisto del 97% delle quote da parte di uno sconosciuto libanese, pregiudicato. Un mese fa Zeaiter reggeva fiero la sciarpa biancorossa del Varese davanti ai Giardini Estensi e annunciava l’arrivo di investitori dall’Arabia Saudita. Ma sarà successo davvero? Una farsa a cui si fa ancora fatica a credere.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 14 Luglio 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da mike

    Pensare come una persona possa prendere in giro tutto e tutti come ha fatto l’ultimo “fenomeno” libanese, lascia onestamente sconcertati ed allibiti. Fossi in lui, non avrei nemmeno più il coraggio di guardarmi allo specchio….invece purtroppo di questi personaggi se ne trovano fin troppi in giro ed i risultati poi ne sono la conseguenza! Ora speriamo almeno nella serie D, ma presto, xchè di tempo per mettere insieme una squadra decente ce n’è sempre meno……

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    Scritto da ABC

    Ogni squadra di calcio ha il presidente che si merita: Genoa – Preziosi, Napoli De Laurentiis, Lazio – Lotito, Livorno – Spinelli, Sampdoria – Ferrero, Varese – il Libanese….
    Serie D è la giusta collocazione…..

  3. Avatar
    Scritto da ilbiondo_ilbiondo

    Caro Sindaco Fontana l’idea avuta di organizzare una cordata di imprenditori locali per raccogliere quattro soldi è eccezionale, si potrebbero però impiegare per dare una ripulita a Varese ex CITTA’ giardino…. A partire da via Milano, per arrivare in piazza Repubblica, senza dimenticare via Piave o via Medaglie d’Oro…. Per quanto riguarda il Varese calcio, bè mi dispiace, ma si sapeva a chi era affidato e da chi era guidato nelle ultime gestioni, ci si stupisce di dove si è arrivati oggi??? Intervenire per intervenire, non era meglio intervenire prima?? Bah… siete tutti bravi con le parole.

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