La lettera di Farioli: “La Regione ascolti il territorio”

Il primo cittadino ha scritto in Regione per chiedere di tener conto della proposta degli operatori sanitari del territorio che chiedono l'unione degli ospedali di Busto e Gallarate

gigi farioli

Di seguito la lettera che il sindaco Farioli ha inviato in Regione (al relatore Fabio Rizzi, agli assessori Mario Mantovani e Maria Cristina Cantù e ai consiglieri regionali della Provincia di Varese) in merito al progetto di legge sulla riforma sanitaria regionale.

Faccio seguito alla mia precedente del 22 luglio scorso, ritenendo di fare cosa utile per fornire ulteriori elementi ai decisori e, nel pieno rispetto della responsabile autonomia di ciascuno, per confermare che quanto contenuto nella mia comunicazione a sintesi delle necessità rappresentate nel territorio di riferimento è stato oggetto in queste ultime giornate di approfondimenti, incontri, riflessioni che, anche confortate e confrontate con le notizie riportate dalla stampa, hanno portato una serie di stakeholder, a cominciare da molti operatori ospedalieri e della medicina territoriale, a contattarmi e a contattare consiglieri comunali e rappresentanti del mondo politico affinchè le loro ulteriori riflessioni potessero essere meglio veicolate al Consiglio regionale. In particolar modo, a Busto Arsizio, si è tenuta un’interessante e partecipata riunione che, da un’iniziale formula di conferenza stampa allargata, ha via via assunto il carattere di un sintetico incontro seminariale. Nel corso del medesimo, è stata sottolineata da più parti, tecniche, professionali, amministrative e politiche, l’assoluta e inderogabile necessità che, ancor più alla luce dell’ambiziosa prospettiva di un’integrazione tra i poli ospedalieri e la medicina territoriale, sia essenziale l’integrazione tra il polo di Busto Arsizio e quello di Gallarate.

Tale convincimento, oltre a basarsi sulla necessaria coerenza agli sforzi effettuati e al percorso intrapreso negli ultimi anni con la convinta e (almeno per quanto riguarda il Comune di Busto) partecipe attività delle amministrazioni, pare essere, a detta dell’unanimità degli intervenuti, l’unica prospettiva che possa consentire, nell’approccio ai prossimi decenni, una razionale ed efficace valorizzazione delle specificità ospedaliere e territoriali oggi offerte nel combinato disposto dei presidi di Busto e di Gallarate e, soprattutto, alla luce delle omogeneità sociali e territoriali, della significativa presenza di privati accreditati sull’asse del Sempione e delle ambiziose programmazioni dell’altomilanese inserito nell’area metropolitana.

Fermo restando l’assoluto rispetto che il sottoscritto ha nei confronti degli attori responsabili delle scelte, e soprattutto, del livello di consapevolezza che solo relatori commissari e consiglieri, in uno con la giunta regionale, possono aver maturato nel corso dell’istruttoria, del dibattito e delle valutazioni conseguenti, mi corre l’obbligo di far sì che queste ulteriori riflessioni e in particolar modo le convinzioni maturate da chi quotidianamente è chiamato ad operare monitorando bisogni, necessità e risposte conseguenti, siano poste con la dovuta attenzione all’attenzione del consiglio regionale.

Conoscere per deliberare, lo so per aver sperimentato e interloquito più volte con molti di voi, non è solo un assunto einaudiano, ma anche una vostra prerogativa. Sono certo quindi che questa e le altre comunicazioni, in spirito di leale collaborazione e consapevole rappresentanza delle comunità territoriali, sarà tenuta in adeguata e consapevole considerazione. Augurando un buon e proficuo lavoro per le sedute dei prossimi giorni, ringrazio per l’attenzione riservata e cordialmente saluto. Contestualmente mi pregio allegare alcune note che, a supporto ed esito delle riunioni tenutesi presso la fondazione Carnaghi Brusatori e tra gli operatori sanitari dei presidi di Busto e Gallarate, sono state elaborate per conto dei partecipanti”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Agosto 2015
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