“Senza la terza fase, il Del Ponte sarà solo un ospedale più grande”

Emanuela Crivellaro, presidente della Fondazione Ponte del Sorriso, spiega perché è necessaria avviare anche la terza fase che completa la realizzazione del polo di eccellenza

ospedale del ponte varese

Quale sarà il futuro del Del Ponte? In vista della conclusione del secondo lotto di lavori, timori e preoccupazioni emergono davanti al silenzio sulla visione strategica del polo materno infantile della Regione.

Galleria fotografica

Nel cantiere del nuovo Del Ponte 4 di 12

Tra i più attenti c’è la Fondazione il Ponte Del Sorriso che da anni raccoglie fondi per sostenere il progetto di un polo specializzato nella cura e nell’accoglienza dei piccoli pazienti: « Con la seconda fase, se arriva il personale, certamente  si potenziano le attività  attuali e se ne realizzano alcune  in più – spiega la presidente Emanuela Crivellaro – Ma è con l’accorpamento di tutte le attività pediatriche, compresi tutti gli ambulatori (penso ad esempio all’oculistica, all’ortopedia), che sono al Circolo e a Velate, e con lo sviluppo delle specialità chirurgiche, che si ottiene il polo materno infantile di riferimento non solo regionale. Occorre concentrare tutto ciò che riguarda i bambini al Del Ponte, per evitare i continui trasferimenti dei bambini da questo presidio al Circolo.Tutto ciò non può prescindere da una terza fase che renda adeguati gli spazi che si liberano nel padiglione vecchio».

Il timore, quindi, è che la progettazione si fermi qui, a tre quarti dell’opera: « Se rimarremo allo stato attuale – prosegue la presidente – non ci saranno ambienti idonei per ospitare tutte le specialità che si occupano dei bambini e che oggi si trovano sparpagliate nelle diverse sedi dell’azienda. Senza parlare, poi, di una sede adeguata per la Cardiologia Pediatrica, una vera eccellenza, unica realtà di riferimento per un ampio territorio, che oggi è relegata in uno spazio angusto. C’è l’attività dell’audiovestibologia, che ha ampia fama nazionale, da sistemare. La terza fase deve concludere e completare la riqualificazione del Del Ponte, così come era previsto fin dall’inizio, per realizzare un ospedale di eccellenza materno infantile. E non è appunto solo una questione strutturale ma di una visione più ampia e lungimirante sulla salute ed il benessere dei bambini».

Ma cosa manca, quindi?
« Il nuovo padiglione è stato progettato e costruito in funzione della terza fase prevedendo una palazzina che andasse al posto dell’attuale Ottagono e una reception. Se ci fermiamo qui, si snatura innanzitutto il percorso d’accoglienza. Oggi la reception è collocata in quello che domani sarà il pronto soccorso ostetrico ginecologico. Hanno realizzato una passerella che collega la piazza con il nuovo padiglione ma è una cosa che svuota completamente l’idea di accoglienza. Nella nuova palazzina ci sarebbe stato spazio anche per nuovi ambulatori e studi medici. Senza quei locali, si dovrà continuare a ruotare le diverse specialità in pochi ambulatori penalizzando l’offerta. Anche gli spazi per la degenza non basteranno. Certo, aumentano i posti letto ma se poi ci sarà la chirurgia pediatrica con tutte le sue branche (generale, ortopedica, urologica, otorino ecc) torneremo ad avere grossi problemi. Considerate che, in base a uno studio realizzato un paio di anni fa, nella nostra provincia sono circa 1800 i bambini che ogni anno erano ricoverati nei reparti degli adulti per interventi chirurgici.

Quindi cosa chiedete?
Si deve completare il progetto con la terza fase e la ristrutturazione del vecchio presidio del Del Ponte che dovrà poi ospitare tutte quelle specialità e servizi che oggi non ci sono e che permetteranno al bambino di non doversi più muovere. È chiaro che la seconda fase è importante e migliorerà l’offerta sanitaria pediatrica anche se, ancora oggi, non sappiamo quanto personale arriverà per aumentare i posti letto, aprire il pronto soccorso, attivare la chirurgia pediatrica e la terapia intensiva pediatrica. Come fondazione Il Ponte del Sorriso chiediamo alla Regione/politica di rispettare gli impegni presi fin dal 2006 e più e più volte dichiarati ai cittadini dai vari assessori. Alla posa della prima pietra nel marzo 2010 tutta la politica varesina era presente compreso l’allora assessore Bresciani a ribadire che stava partendo un’eccellenza pediatrica lombarda. Il progetto è partito come previsto, con i tempi previsti. Che adesso lo si porti avanti fino in fondo con rispetto e correttezza verso i bambini, le mamme e le donne prima di tutto ma anche per le migliaia e migliaia di benefattori che lo sostengono.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 28 Agosto 2015
Leggi i commenti

Galleria fotografica

Nel cantiere del nuovo Del Ponte 4 di 12

Galleria fotografica

Il nuovo triage al Del Ponte 4 di 7

Video

“Senza la terza fase, il Del Ponte sarà solo un ospedale più grande” 1 di 1

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

  1. Avatar
    Scritto da fortebraccio

    Riepiloghiamo:
    A- i soldi per il terzo lotto/fase non ci sono: le interviste ad Agosti e Bravi sono chiare – mettiamoci l’anima in pace. Sarebbe interessante capire dove sono finiti (a coprire i buchi del PS del Circolo?).
    B – il nuovo padiglione -quello già costruito-, ad oggi, è un guscio vuoto. Anzi, peggio: è stato costruito, preparato ed arredato, ma non c’è personale per aprirlo! Come se non bastasse, negli ultimi anni, pensionamenti e personale precario non è stato rimpiazzato (altrimenti perchè accorpare i reparti di Ginecologia?)… E i chirurghi? Sig.ra Toni, da brava giornalista risponda: quanti chirughi infantili ci sono, OGGI, al Del Ponte? Quanti sono previsti a 12 e 24 mesi? En passant: di quanto deve crescere l’organico per gestire 100 posti letto in più? Bravi aveva fatto i conti 9 mesi fa… i politici che l’hanno designato DG di Varese, cosa gli hanno promesso? Cosa hanno mantenuto? Non mi pare che ci siano dei bandi per le assunzioni…
    C – negli ultimi due anni i laboratori analisi, l’ematologia e la radiologia sono stati spostati al Circolo, quindi non fate scherzi con le urgenze che per avere i risultati delle analisi dal circolo ci vuole tempo… Chiama il corriere, dagli la provetta eccetera. Un bambino si rompe il braccio? Fa ps al Ponte, le lastre al Circolo ed il gesso al Ponte, comodo no? Tutti spostamenti fatti in ambulanza, ovviamente: con mezzi distratti al loro specifico compito: correre verso un luogo d’emergenza.
    D – se depotenziamo Varese ci restano due strade: o potenziamo Busto, o demandiamo tutto a Milano. Quest’ultima sarebbe la Caporetto della sanità provinciale varesina; la prima – la prima beh, lasciamo stare…
    E – ah sì, ci sarebbe quella vecchia storia che un ospedale in piazza Biroldi era una stupidaggine logistica (vedi punto C) ma stendiamo il classico velo pietoso…

    1. Alessandra Toni
      Scritto da Alessandra Toni

      Sicuramente lei è un attento osservatore e conoscitore della questione. Ha seguito la vicenda nel corso degli anni e le sue considerazioni sono condivisibili. Ma ci sono alcune precisazioni doverose da fare: per il punto A, le risorse mancanti non sono mai state date e neppure annunciate. Fanno parte di un terzo lotto che deve ancora iniziare il lungo iter burocratico finanziario: quindi nessuna sparizione. Per il punto B attualmente non c’è personale in più e non si hanno notizie di piani di assunzione in discussione o, tanto meno, in preparazione da presentare in Regione. Ci sono solo annunci da anni, così come, sulla carta, si sta cercando un chirurgo pediatrico a cui affidare la nuova specialità. Sugli altri punti siamo tutti convinti che la scommessa vinta ci sarà solo se Varese otterrà tutto quello che potrà rendere il Del Ponte il più autosufficiente possibile ed evitare ai bambini ogni spostamento. Altrimenti saranno solo soldi versati per costruire muri. Un’ultima postilla sul punto E: sul luogo ci sono state ampie discussioni ma ora è veramente superfluo continuare perché in gioco c’è proprio la volontà di portare a termine questo polo materno infantile. Anche sulla posizione del monoblocco del Circolo si ebbero analoghe discussioni, oggi ormai sopite. A noi non rimane altro che continuare a chiedere conto di un progetto promesso e che va mantenuto, dato che è già costato milioni di euro.

      1. Avatar
        Scritto da fortebraccio

        Sono un semplice lettore dei suoi articoli, niente di più (ed un frequentatore di ospedali per motivi più o meno lieti, come tutti).
        A- Per quanto riguarda il terzo lotto, mi chiarisca una cosa: per realizzare un’opera pubblica come un’ospedale, non bisogna -per legge- prevedere PRIMA la copertura finanziaria del progetto? Si può improvvisare strada facendo?
        Non credo. Credo piuttosto che i fondi “mancanti” siano stati, strada facendo, semplicemente stornati su altri progetti: scelta politica, ovviamente.

        B- 100 letti, macchinari e padiglioni resteranno chiusi a far muffa senza assunzioni… e non si tratta di 1 chirurgo pediatrico, magari! si tratta, ad occhio e croce, di almeno tre equipe operatorie complete (più il personale necessario per le rotazioni, più il personale in formazione), più il personale ambulatoriale e di assistenza. Ed il potenziamento del personale di Ostetricia ovviamente (perchè i bambini più bisognosi sono quelli che nascono con dei problemi – e quindi vanno gestiti fin dalla gravidanza, in modo da creare una “filiera” dell’accudimento, senza la necessità di rimandare le persone avanti/indietro a Milano, Bergamo eccetera!)

        C- Lei ha ragione: il Del Ponte si sta traformando da una futura realtà (che sottointende capacità progettuali, investimenti, capacità gestionali) ad una scommessa (aleatorietà, affidamento alla cieca sorte e ad i capricci del destino). Curioso vero, visto come è rappresentata la Città in ai vertici della Regione (Maroni e Cattaneo) e presso il competente assessorato (Bergamaschi)?
        Ma un PS senza laboratorio analisi e radiologia, come fa a funzionare? E se in quel momento non ci sono ambulanza disponibili? e se al corriere non parte l’auto come li preleva i campioni da analizzare?

        E- in 100metri scarsi ci sono: Polo MaternoInfantile; un asilo, una scuola, uffici di municipalizzata, chiesa+oratorio, campo sportivo, uffici sindacato, giardino pubblico (ovviamente residenti e negozi). Mi dite come si fa ad accompagnare una persona (un bambino o magari un’anziana, con problemi deambulatori temporanei – quindi in assenza di contrassegno per il parcheggio disabili) per una medicazione in Ospedale? Questo è un problema aperto, quotidiano, concreto e reale, non una discussione superflua. E non bastano una manciata di posti auto per risolverlo.

        Mi scusi per l’animosità.
        Ovviamente affido a lei le mie domande, ma è verso chi non fornisce risposte (e soluzioni) che corre il pensiero…

        1. Alessandra Toni
          Scritto da Alessandra Toni

          Non posso che essere d’accordo con le sue perplessità e condividere gran parte delle domande aperte che rimangono senza risposta. Mi permetta solo due puntualizzazioni: il progetto è stato finanziato per lotti. I tre lotti insieme portano al progetto globale ma ognuno dei tre era ed è indipendente. Ecco la ragione per cui si è proceduto con iter diversi e oggi rimane solo sulla carta il terzo e ultimo. Sul futuro pronto soccorso, ho notizie diverse dalle sue perché a me è stato spiegato che ci sarà la parte radiologica, investimento che rientra nei 10 milioni annunciati per la tecnologia.

          1. Avatar
            Scritto da fortebraccio

            Per quanto riguarda radiologia, mi riferivo (ma non poteva saperlo – chiedo scusa per la confusione fatta, a lei ed ai lettori di VN) ad un’esperienza di quest’estate: il personale ci spiegò che i trasferimenti di gran parte dei radiologi al Circolo aveva fortemente limitato l’accesso al servizio al Ponte.
            Chiedo venia per la confusione (tutta mia).

            Le opere pubbliche (come costruzione d’ospedale) devono -devono!- essere accompagnate da un piano di finanziamento credibile che -si suppone- copra tutte le spese (opere, macchinari e personale) e che deve vincolare il committente (Stato e/o Regione) alla realizzazione dell’opera ed al corretto, successivo, sfruttamento. Altrimenti l’opera non parte.
            Detto questo, un conto è prevedere la spesa da affrontare in bilancio, un conto è far arrivare i finanziamenti promessi.
            (rif. VI Atto integrativo Accordo di Programma Quadro per il Settore degli Investimenti Sanitari
            Inoltre, al cap.”Sostenibilità economica e finanziaria” si legge:
            <>)

            E quindi mi/le/vi chiedo: ma questa III fase era prevista nel progetto originale o no? Dire che mancano “10-15 milioni” non è cosa da poco, considerando che il progetto al momento è costato 27 milioni (più 9 di macchinari/allestimenti). stiamo parlando (in valore) del 30% delle opere civili, mica briciole…
            O, se preferisce: quale progetto è stato presentato per il finanziamento allo Stato/Regione?

            Chiedo a voi per capire(anche perchè negli articoli del 2013 non si parlava di III fase/lotto)…

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.