I sindacati e il nuovo socio privato in Airport Handling. “Ora investire sul lavoro”
La società ex Sea Handling vedrà l'ingresso al 30% di dnata, espressione del governo degli Emirati
L’ingresso del nuovo partner in Airport Handling? Un passaggio che dimostra la rapida evoluzione della società nata lo scorso anno e da cui ci si attende un segnale anche verso i lavoratori. I sindacati si mostrano guardinghi, il giudizio resta sospeso, ma c’è anche un’apertura alla nuova fase, in qualche modo già prevista: «L’ingresso del nuovo socio deve essere benedetto dall’antitrust» premette subito Liviano Zocchi, della UilTrasporti. «È chiaro che quel che vediamo oggi discende dalla vicenda di Sea Handling, con tutte le conseguenze della presa di posizione del governo, con l’allora ministro Lupi, rispetto all’Unione Europea: tra gli impegni c’era infatti l’ingresso di un nuovo socio». In quest’ottica – è un commento fatto anche da altri – il completamento di questa fase di transizione nell’arco di un anno è un buon segnale, che dimostra che l’azienda si avvia su un percorso positivo.
(nella foto: assemblea dell’handling, estate 2014)
Nel tardo pomeriggio di lunedì 28 i sindacalisti hanno avuto un primo confronto con il CEO della società, per capire quale sia lo scenario. «È passato un anno dalla nascita di Airport Handling e siamo arrivati al nuovo socio: un soggetto di handling internazionale, che ha espresso la volontà di investire in qualità e non solo sulla competizione sui costi del lavoro» spiega ancora il sindacalista Uil, guardando ovviamente al versante delle condizioni di lavoro. Su cui, da parte dei nuovi soci, non ci sarebbe intenzione di modificare gli accordi presistenti tra azienda e lavoratori, che richiedono anche una maggioranza qualificata dentro al Cda.
Da un altra prospettiva (di chi ha duramente contestato l’accordo dello scorso anno), anche la Cub Trasporti, il sindacato di base, esprime una timida aspettativa dal nuovo socio: «Da quando è nata lo scorso anno, la società è rimasta come bloccata, senza che ci fosse la possibilità di discutere di interinali e turni, per esempio» spiega Renzo Canavesi. «Adesso che c’è un nuovo quadro, forse se ne può parlare. Speriamo che con l’arrivo di questo nuovo socio si cambi registro: se ora si fa utile, è il momento per esempio di regolarizzare i tanti interinali».
Il nuovo passaggio darà ragione alle speranze che vengono anche dal mondo sindacale? È presto per dirlo, prima si dovrà capire come si muove il nuovo socio. Anche se sul fronte sindacale, si fa notare anche che l’eventuale acquisizione di quote di maggioranza (c’è un’opzione per dnata per arrivare al 70%) è in parte subordinata anche al parere delle organizzazioni sindacali e che quindi una fase di dialogo sarebbe positiva per la società. Va notato che per dnata – società espressione diretta degli Emirati Arabi Uniti – si tratta di una partita importante, da giocare sui due scali milanesi, dove può acquisire quote di mercato a scapito di competitor forti come Aviapartner, Alha o Bcube (tutte società che si erano proposte come nuovi soci di Airport Handling). E non va dimenticato che sul piatto c’è anche un’ipotesi che proccupa i sindacati: l’eventuale ingresso nel settore handling di cooperative, fino ad oggi “confinate” al solo Cargo e temute come strumento di riduzione delle tutele dei lavoratori e della qualità del lavoro.
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