Marantelli, Giorgetti e i nomi che girano per il sindaco di Varese

Il Pd vuole l'avvocato Galimberti, ma una parte sogna l'onorevole storico. La Lega sta vagliando gli attuali assessori ma si prepara a chiedere un sacrifico al deputato. Si parla anche di qualche giornalista famoso

palazzo estense processione tettamanzi

Andiamo al sodo: la sfida alle comunali di Varese sarà Daniele Marantelli contro Giancarlo Giorgetti? Onorevole Pd, contro onorevole Lega? Oggi è fantapolitica ma alcuni segnali ci sono. Perchè lo scontro tra big si realizzi occorre che si creino determinate condizioni.

(Nella foto, processione a Palazzo Estense, sede del comune)

I fatti sono che il Pd sta ritardando l’annuncio della data delle primarie del centrosinistra e, anzi, non ha nemmeno deciso se le primarie saranno del Pd o dell’intera coalizione.

La campagna d’autunno porterà a una primaria in solitaria, interna al partito, con l’aggiunta dei movimenti civici, perché non sembra più esserci tempo per immaginare altre candidature. Inoltre non è ancora stato sciolto il nodo dell’Ncd: sarà un alleato o no?

I nomi.

La segreteria di Varese ha il suo candidato da tempo, Davide Galimberti, avvocato molto benvoluto nel partito, che proprio venerdì 2 ottobre alle 21 al teatro Santuccio presenta la sua corsa, sostenuto da buona parte degli iscritti. Il secondo candidato è Dino De Simone, responsabile ambiente della segreteria provinciale ma estraneo alle correnti, che propone una corsa rivolta alla società civile. Il terzo nome sarà quello di un renziano, oppure di un personaggio che unisca i renziani con il seguito di Daniele Marantelli.

Ok, ecco il nome che tutti sussurrano. Il grande vecchio della sinistra varesina frena, ma qualcuno glielo sta chiedendo. Marantelli ha molto da perdere, ma è tentato. Vorrebbe che la sua discesa in campo fosse richiesta da qualcuno. In particolare da Alessandro Alfieri, il segretario regionale, oppure dalla segreteria provinciale di Samuele Astuti. In termini di gerarchia sarebbe una rivoluzione, perchè la segreteria regionale, in teoria, non può schierarsi con uno dei candidati alle primarie contro la segreteria cittadina. Dunque è difficile che accada.

Tuttavia da qualche giorno la vicenda è approdata sui giornali, e il risultato sarà quello di creare un’aspettativa, come in un evento di marketing tanto atteso. Si evoca un fatto, fino a farlo accadere. Nel Pd ci si potrebbe aggiustare così: l’accordo si realizzerebbe in ambito provinciale, tra due correnti che sono in maggioranza insieme nel partito nazionale. Ovvero i renziani e i “giovani turchi” di Orfini e Orlando. Questi ultimi sono gli ex Ds che sostengono la segreteria di Renzi, a cui aderisce Marantelli.

Se l’ombra rossa di Marantelli diverrà candidato in carne ossa, dovrà fare questo giro: prima le primarie, sostenuto anche dai renziani a cui andrebbero almeno la segreteria cittadina e il capogruppo in consiglio comunale.  Poi il resto. Molti obiettano che il “leghista rosso” vorrebbe evitare le primarie; preferirebbe che il partito facesse un passo indietro, gli chiedesse di candidarsi, ma non c’è più spazio per questa ipotesi. Il segretario cittadino Luca Paris ha garantito le primarie e primarie saranno.

Dunque, se vuole esserci, Marantelli deve combattere. Dalla sua parte avrà Sel e dintorni. Rocco Cordì accusa già il Pd di Varese di stallo e chiede di sbrigarsi. Sel non ci sarà ufficialmente alle primarie ma a loro un “compagno” sta più che bene. Il partito cittadino ha voluto Galimberti perchè è il rinnovamento, ma secondo i critici la sfida per la città necessita una figura più esperta e conosciuta. Ed è ormai praticamente impossibile che salti fuori un candidato civico, come avrebbero voluto Astuti e Alfieri.

IL CENTRODESTRA

Nel centrodestra invece la partita ruota attorno, per la prima volta, alle decisioni del centrosinistra. Ufficialmente i leghisti dicono che non cambia nulla, ma in realtà non è così: stanno cercando di capire se il centrosinistra avrà un candidato a carattere locale o nazionale. La Lega rivendica il sindaco in pectore, ma la battuta che Roberto Maroni ha fatto qualche giorno fa a un assessore sintetizza bene la situazione: «Ok, il candidato è nostro, e ora dove lo troviamo?». Giancarlo Giorgetti è il nome, il più spendibile, il più vicino a Varese, alla città, alla militanza. Ma la sua voglia di candidarsi è pari a zero. La Lega lo potrebbe costringere solo in estrema ratio. Ufficialmente il carroccio si muoverà così.

Nei prossimi giorni la sezione cittadina affiderà quattro o cinque nomi al federale. Poi deciderà Salvini, in accordo con la sezione e con Forza Italia. I nomi sono quelli degli assessori Fabio Binelli, Sergio Ghiringhelli, Carlo Piatti e del segretario cittadino Marco Pinti, che sarebbe il preferito di Salvini. Forza Italia ha chiesto le primarie ma non ha nomi da spendere, in realtà, salvo i candidati di bandiera, come il presidente del consiglio comunale Roberto Puricelli, che pure è stato vicesindaco anni fa.

Sui nomi da papa straniero, beh, ne abbiamo ascoltati alcuni, tra i corridoi, ma non sapremmo dire se hanno gambe per procedere. Due sono molto popolari: il giornalista Gianni Spartà, il giornalista Gianluigi Paragone. Per oggi, è tutto.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 29 Settembre 2015
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