Attenzione alla trombosi: malattia frequente e mortale ma poco conosciuta

Il Centro trombosi dell'ospedale invita ad approfondire una patologia spesso sconosciuta che, però, è la terza malattia cardiocircolatoria al mondo

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Il Centro Trombosi dell’Ospedale di Circolo di Varese aderisce alla Giornata Mondiale della Trombosi (WORLD THROMBOSIS DAY, WTD) che, per il secondo anno, si celebra il 13 ottobre, nell’anniversario della nascita di Rudolf Virchow, medico e patologo tedesco del XIX secolo, che per primo utilizzò il termine “trombosi” e descrisse i meccanismi principali che la provocano.

La Giornata, promossa dalla Società Internazionale di Trombosi e Emostasi (ISTH) in collaborazione con centinaia di sostenitori ed organizzazioni tra cui la Società Italiana di Emostasi e Trombosi (SISET), ha lo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione su questa patologia molto frequente e potenzialmente mortale, purtroppo ancora oggi largamente misconosciuta e sottovalutata. Il Centro Trombosi dell’Ospedale di Circolo di Varese, i cui medici e ricercatori ricoprono importanti incarichi sia nell’ISTH che nella SISET, è impegnato da molti anni, in collaborazione con diverse unità operative dell’Ospedale, nella prevenzione e nella terapia delle patologie tromboemboliche.

Trombosi e tromboembolismo venoso: di cosa parliamo
La trombosi consiste nella formazione di coaguli di sangue all’interno di arterie (trombosi arteriosa) o vene (trombosi venosa). Una volta formatosi, questo coagulo può rallentare o arrestare il normale flusso di sangue all’interno dei vasi e persino staccarsi e viaggiare verso un organo vitale portando così allo sviluppo di infarti, ictus o tromboembolismo venoso.

Nello specifico, quando parliamo di tromboembolismo venoso (TEV) ci riferiamo ad una patologia caratterizzata dalla formazione di trombi (ossia coaguli) all’interno del circolo venoso. Quando il trombo si forma nelle vene profonde, più frequentemente degli arti inferiori, si parla di trombosi venosa profonda (TVP). Questi trombi possono poi dissociarsi dal punto di origine e seguendo il decorso del circolo sanguigno possono arrivare nel distretto polmonare provocandone un’ostruzione: si parla in questo caso di embolia polmonare (EP).

Meno frequenti e conosciute, seppur clinicamente rilevanti, sono inoltre le trombosi che riguardano sedi cosiddette “inusuali” e che possono colpire distretti quali i vasi venosi addominali, cerebrali e retinici.

Dimensioni del problema
Il TEV costituisce un problema rilevante di salute pubblica su scala globale, rappresentando oggi la terza malattia cardiovascolare per incidenza al mondo dopo l’ictus e l’infarto miocardico, con circa 10 milioni di casi ogni anno.
In Europa, l’incidenza annuale complessiva è di circa 100-200 casi di TEV ogni 100.000 abitanti.

Mortalità e morbilità
Oltre ad essere frequente, la trombosi rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità a livello mondiale: si stima che, in tutto il mondo, una persona su quattro muoia per cause legate alla trombosi.Per quanto riguarda TVP ed EP, queste sono gravate da un’elevata mortalità e morbilità: ogni anno si stimano 100.000 – 300.000 decessi correlati al TEV negli Stati Uniti e 544.000 in Europa. Tuttavia la maggior parte dei casi fatali di TEV si verificano in pazienti non sottoposti ad un adeguato trattamento a causa di una mancata diagnosi, mentre solo una piccola percentuale (il 10%) si manifesta in pazienti trattati. Da ciò emerge l’importanza di una corretta e tempestiva diagnosi, che permetta di instaurare il prima possibile un trattamento adeguato.

Fattori di rischio e ospedalizzazione
Sono stati identificati numerosi fattori di rischio in presenza dei quali, in misura variabile, aumenta il rischio di sviluppare trombosi venosa: i più noti sono ad esempio gli interventi chirurgici, l’allettamento, l’ospedalizzazione, l’età avanzata, la presenza di cancro, la chemioterapia, l’uso di contraccettivi orali, la familiarità per trombosi, l’obesità, la gravidanza e il puerperio.

Tra questi fattori di rischio un ruolo importante è senz’altro giocato dall’ospedalizzazione, specie se prolungata. Il TEV si manifesta infatti frequentemente in pazienti ospedalizzati sia in dipartimenti di interesse medico che chirurgico. Ciò è molto importante poiché rende tale patologia una causa evitabile di morte, tanto che, ad oggi, il TEV rappresenta la prima causa di morte prevenibile in ospedale.

L’importanza della prevenzione
La ricerca scientifica evidenzia sempre di più come, attraverso adeguate strategie di prevenzione per individui a rischio, l’incidenza di patologia trombotica e la mortalità ad essa correlata siano riducibili. Per tale ragione è divenuta ormai preponderante, in ogni ambito della medicina, l’esigenza di una corretta valutazione del profilo di rischio del singolo paziente. Questo permette infatti di suddividere i soggetti (ricoverati e non) in classi di rischio (ad esempio, rischio alto, moderato o basso) per lo sviluppo di TEV, così da poter meglio identificare gli individui che possano beneficiare di una opportuna prevenzione (denominata “profilassi”). Gli individui che sono considerati  “a rischio” dovrebbero infatti ricevere misure appropriate di profilassi, che possono includere sia farmaci anticoagulanti che dispositivi meccanici (per esempio, le calze a compressione e i dispositivi di compressione pneumatica intermittente), oltre che una mobilizzazione precoce in tutti i casi in cui ciò sia possibile.

La necessità di elaborare e adottare protocolli ospedalieri
Alla luce di queste considerazioni appare poi evidente come, per evitare la trombosi e le sue complicanze, sia oggi necessario  che in tutto il mondo ogni ospedale stabilisca ed applichi protocolli condivisi per la prevenzione e la gestione del TEV, avendo come obiettivo primario la tutela della salute e la sicurezza dei pazienti. Mentre alcuni paesi hanno infatti ormai stabilito adeguati protocolli, la maggior parte ancora non ne dispone. La campagna WTD vuole dunque sollecitare le strutture sanitarie ad adottare opportuni protocolli che, sulla scorta delle principali evidenze e delle linee guida disponibili, guidino la pratica clinica verso un’ accurata valutazione del rischio tromboembolico del paziente, una adeguata profilassi ed una tempestiva diagnosi e trattamento della trombosi.

Un problema che riguarda tutti
In questa giornata si invitano non solo gli operatori sanitari, ma tutti i soggetti a riflettere su di un problema che coinvolge ogni livello della società, a partire dal singolo individuo. Da sondaggi condotti su campione di uomini e donne di diversi paesi emerge infatti come  il TEV sia una patologia ancora molto poco conosciuta nella popolazione generale. La gravità della trombosi viene spesso trascurata e male interpretata: un recente sondaggio condotto a livello mondiale ha mostrato come solo 1 persona su 10 consideri la formazione di trombi pericolosa per la propria vita e potenzialmente letale.

La Giornata Mondiale della Trombosi vuole dunque essere un’occasione per aumentare la consapevolezza di ciascuno di noi riguardo al rischio rappresentato dal TEV, spronandoci ad agire attivamente per sua prevenzione.

Per ulteriori informazioni sulla Giornata Mondiale della Trombosi è possibile consultare il sito worldthrombosisday.org.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Ottobre 2015
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