24 lavoratori “in nero” nella fabbrica di gadget natalizi
La Polizia è arrivata monitorando alcuni lavoratori stranieri, per poi scoprire che l'attività questa volta non è cinese, ma proprietà di due coniugi bustocchi
La fabbrica – secondo gli elementi raccolti da Polizia, Direzione del Lavoro e carabinieri – era piena di irregolarità e lavoratori in nero, impegnati a confezionare gadget natalizi. Solo che questa volta la fabbrica di oggettini in plastica destinati al Natale non è un’attività cinese – come capita spesso – ma è guidata da due italiani, due coniugi di Busto Arsizio.
Nella mattinata del 6 novembre personale della Digos della Questura di Varese con il concorso del Nucleo Ispettorato del lavoro dei Carabinieri e della Direzione Provinciale del Lavoro di Varese, ha proceduto al controllo di un opificio della ditta J.M. impresa che si occupa di assemblaggio di materiali e gadget per prodotti da edicola accertando una situazione di totale irregolarità dei rapporti lavorativi oltre a numerosi illeciti penali e amministrativi sugli obblighi prescritti dalla normativa sulla prevenzione e protezione dei luoghi di lavoro.
L’attività nasce da una notizia acquisita dall’attività di monitoraggio delle comunità straniere effettuato dalla Digos di Varese. I riscontri e i conseguenti accertamenti hanno permesso di individuare un’attività non censita che assicurava il lavoro a decine di cittadini italiani ed extracomunitari. Le attività di osservazione e i sopralluoghi degli uomini della Polizia di Stato hanno consentito l’individuazione di una fabbrica a Ferno in Via Asiago.
Nella prima mattinata di venerdì 6 novembre è scattata l’operazione congiunta tra Polizia di Stato, Carabinieri e Direzione Territoriale del Lavoro di Varese. All’interno della fabbrica di imballaggio per gadget, verosimilmente destinati al prossimo periodo natalizio, venivano identificati 24 lavoratori nell’atto del confezionamento di oggetti divario tipo, tutti privi di regolare contratto di lavoro. E’ stato rinvenuto anche numeroso materiale
All’atto del controllo era presente il coniuge della titolare, un cittadino italiano di 46 anni residente a Busto Arsizio, subito dopo è arrivata anche la titolare italiana di anni 48. Tra i lavoratori sono stati identificati sette cittadini stranieri, tutti regolari sul territorio dello Stato.
Gli operanti hanno denunciato la titolare dell’impresa per: omessa nomina R.S.P.P., omessa visita medica lavoratori, omessa valutazione dei rischi, omessa informazione ai lavoratori, omessa individuazione addetti anti incendio, mancanza di uscite di emergenza, mancata manutenzione impianti, mancanza di macchinari conformi ai requisiti di legge.
L’attività imprenditoriale è stata immediatamente sospesa e sono state comminate ammende pari a 51.200 Euro, sanzioni amministrative pari a 152.675 Euro e recuperati oneri e contributi previdenziali pari a 35.889 Euro.
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