Frontalieri cavie umane? Sì, ma è “tutto regolare”

Un'intervista della Tv Svizzera Italiana svela l'unica azienda ticinese che conduce studi clinici su volontari. Quasi tutti italiani

Varie

A pochi passi dalla dogana di Saltrio esiste l’unica azienda ticinese che conduce studi clinici di fase I (che si svolgono su volontari sani e servono a valutare sicurezza e tollerabilità di un farmaco): la Cross Research di Arzo.

Che tipo di sostanze vi si sperimentano? È vero che i volontari sono soprattutto “frontalieri”? Quanto soldi ricevono per uno studio? Queste sono alcune delle domande che la TvSvizzera.it, il portale dedicato agli italiani della Rsi, ha rivolto ad Alessandro Assandri, general manager e direttore scientifico del gruppo CROss Alliance.

Nell’intervista video di Rino Scarcelli emerge tra l’altro che i volontari – ogni anno ne passano da Arzo tra i 200 e i 600, a dipendenza della complessità degli studi condotti- per legge non possono essere retribuiti, che quel che si riconosce è un rimborso “proporzionale all’impegno” le cui cifre vanno da un minimo di più o meno 600 euro a un massimo di 3000 che la maggior parte dei volontari è del nord Italia per motivi sostanzialmente numerici, visto che le sole province di Como, Varese e Milano hanno oltre dieci volte gli abitanti del Canton Ticino. La loro banca dati ha circa duemila nomi classificati per sesso, età, stile di vita e a seconda delle necessità dello studio (che si attiene a un protocollo approvato di volta in volta dal Comitato etico e da Swissmedic) i potenziali volontari sono contattati per SMS o Whatsapp.

Questa è l’intervista per intero:

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2015
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