Il fascino della Brughiera conquista Luino

Presentato alla Biblioteca civica "Hotel Brughiera" (Macchione editore) di Annalina Molteni con illustrazioni di Gaetano Brandini

Annalina Molteni

Talvolta si perviene a scovare una preda ambita nel modo più inconsueto, quasi per caso, ma sempre codesta casualità è intimamente connessa con qualche forma di trascuratezza o di superficialità condizionata dal nostro lasciarsi trascinare dalle incombenze quotidiane. Uno sguardo distratto a quella casa bianca, immersa fra gli alberi, Villa Hussy? Ah! A cosa serve, chi la abita? (foto, da sinistra: Maria Giulia Baiocchi, Annalina Molteni, Gaetano Brandini)

È solo la Biblioteca di Luino – e perdonate il “solo” – e proprio lì è stata prevista, per il tardo pomeriggio di venerdì 20, la presentazione dell’ultima fatica letteraria di Annalina Molteni “Hotel Brughiera” (Macchione Editore) con tavole illustrate di Gaetano Brandini.

Si accede attraverso il delizioso vialetto sterrato, evitando l’invitante scalinata che non sembra risentirsi per la preferenza poi accordata all’ampia vetrata, che riesce a mostrare quasi con  pudicizia una piccola parte dei suoi preziosi contenuti.

Ci riceve con sommessa cordialità – la Biblioteca è luogo degno di sacralità e non vi è concesso di vociare sguaiatamente – la responsabile Nadia Fantato, che ci conduce fra siepi di libri compostamente allineati nelle scaffalature fino alla piccola, intima, seduttiva Sala Conferenze, nella quale, in attesa dei partecipanti, c’intrattiene su alcuni aspetti delle frequentazioni – quasi essenzialmente donne, ma gli uomini non leggono, oppure si ritraggono intimoriti dai 45.000 volumi disponibili e desiderosi di essere sfogliati e di donare i loro magici misteri? -.

Alla spicciolata, lentamente, i partecipanti arrivano, pochi, ma di spicco, dal prof. Emilio Rossi all’architetto Maria Grazia Campagnani, da Daniele Boldrini a Remo Passera. Poche parole d’introduzione di Nadia, poi il via alla triade schierata dinanzi al pubblico: Maria Giulia Baiocchi, giornalista e conduttrice, Annalina Molteni e Gaetano Brandini.

Maria Giulia vuole sapere il perché della Brughiera, questo strano titolo per una raccolta di racconti aventi per protagonisti gli animali, e così i due autori si lasciano trasportare nella descrizione dei luoghi, che diventano, specialmente per Gaetano, i luoghi dell’anima, anche se nel suo caso il paese nel quale abita non è ritenuto particolarmente bello, ma non vivrebbe in altro luogo, perché è lì dove si sente parte di un tutto, alfine irrinunciabile.

Annalina, invece, sottolinea l’intrinseco fascino della zona, sede di allevamenti di cavalli, colma di storie che l’hanno permeata e non possono essere ignorate, perché la nobiltà, l’eleganza di questo animale ha nei secoli avvinto l’uomo, si è impossessato della sua passione, fino a sfociare in un amore insostituibile. E’ vero, dice l’autrice, che nei racconti sono protagonisti altri animali, specialmente i cani  in “Pupetta”, tuttavia il cavallo è stato una delle fonti ispiratrici fondamentali, visto il connubio con Gaetano, i cui disegni hanno costituito il punto di partenza per la costruzione del libro. Poi fu Brandini a dover fornire immagine ai racconti di Molteni, per cui l’osmosi poté raggiungere un livello elevato, tale da rendere la lettura di Hotel Brughiera un piacere inatteso.

A tutto questo si è aggiunta la mostra di altri disegni di Gaetano – Little England Ladies, Donne con la Brughiera nel cuore – una serie di ritratti femminili, nei quali le donne indossano un cappello che rappresenta, in modo ironico, le passioni che le pervadono, creando così un rimbalzo fra immaginazione e realtà, ove diventa indistinguibile le linea di demarcazione fra le due interpretazioni, con il risultato di lasciare all’osservatore la possibilità di scegliere la soluzione a lui più congeniale.

Gli interventi degli astanti hanno reso ancora più simpatico l’evento, la dotta esposizione pittorica di Maria Grazia Campagnani ha costituito un ulteriore diversivo nell’area figurativa e i novanta minuti sono letteralmente svaniti in un soffio, quasi che una lieve brezza autunnale avesse voluto adeguarsi a questo intermezzo culturale, annullando la percezione dello scorrere del tempo, che essendo sensazione individuale, al di là dell’oggettivo, si è bonariamente piegato a soddisfare ciò che la suadente stagione aveva voluto imporre.

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Pubblicato il 24 Novembre 2015
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