Un angelo ferito per ricordare gli orrori delle guerre

La statua realizzata da Stella Ranza posta sotto la magnolia di via dei Bersaglieri. “I doveri di chi combattè garantirono la base per la democrazia

Quanti angeli abbiamo perso nel fuoco delle trincee: quanti ragazzi giovani hanno perso la vita, e la voglia di vivere perdendo gambe, braccia, e tutto quello che l’orrore può suggerire?

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La statua dedicata agli invalidi di guerra 4 di 11

Da oggi Varese ha uno spazio pubblico per destinare un pensiero o una preghiera proprio a loro, a quanti nel fiore degli anni non tornarono più perché caduti, o a quanti tornarono con l’animo cambiato.

L’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra di Varese ha donato alla città “L’Angelo ferito”, statua realizzata qualche giorno fa e oggi “scoperta” da un tricolore nel corso di una cerimonia pubblica con la presenza delle più alte cariche civili e militari della città.

La statua, di terracotta refrattaria, cotta in loco con un forno sulla piazza, raffigura un angelo con un’ala spezzata che raccoglie il suo dolore, lo contiene, come dice l’autrice Stella Ranza.

«Con un angelo abbiamo rappresentato la sofferenza di un mutilato di guerra, una versione moderna di questi valori», ha ricordato Fiorenzo Croci, presidente dell’ANMIG di Varese.

Molti i ragazzi presenti: le scolaresche erano delle superiori Einaudi di Varese, e delle medie dell’istituto comprensivo di Vedano Olona.

Momenti toccanti con squilli di tromba e note di silenzio e della “Canzone del Piave” sono stati regalati dalle musiche suonate da Michele Mastrofilippo.

«Mi piace più ricordare i 97 anni della vittoria della guerra piuttosto che i 100 dell’inizio – ha affermato il sindaco di Varese Attilio Fontana nel corso del suo intervento – . Non è mai bello festeggiare l’inizio di una guerra, ma così è stato deciso a livello nazionale. E’ importante vedere qui oggi tanti giovani e ricordare i giovani che morirono e si sacrificarono in quel conflitto. La guerra del 15-18 fu un’esperienza tragica, è terribile vivere una vita in trincea. E’ giusto quindi ricordare i giovani che parteciparono anche se non convinti della bontà, per il rispetto della Patria, per il senso del dovere. Accanto ai diritti di ciascuno di noi ci sono i doveri che sono alla base della società civile, alla base della democrazia. Il ricordo è doveroso, soprattutto in questa che è la sede dell’associazione mutilati ed invalidi di guerra. Grazie all’associazione, al suo presidente e all’artista».

La mattinata è proseguita con le premiazioni del concorso “Invito alla lettura: Expo 1915-2015” e con la presentazione del bando regionale 2015/16 del progetto nazionale “Pietre della memoria”, in sala Montanari.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Novembre 2015
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