L’arte di Giotto a Milano: i tratti di una rivoluzione nella pittura tra Due e Trecento

Palazzo Reale dedica una grande mostra al grande ispiratore del rinnovamento della pittura nell'Italia a cavallo tra Due e Trecento

Arte - Mostre

E’ in corso fino al 10 gennaio, la mostra che Palazzo Reale di Milano, sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e della Regione Lombardia, ha dedicato a Giotto di Bondone, il grande ispiratore del rinnovamento della pittura nella Penisola a cavallo tra Due e Trecento.

Di valore sia l’allestimento di Mario Bellini, sia il progetto scientifico e la cura da parte di Pietro Petraroia e di Serena Romano, con audioguida inclusa nel biglietto d’ingresso.

Figlio di un fabbro che risiedeva presumibilmente nel Mugello fiorentino, Giotto ebbe le caratteristiche del ‘piccolo genio’, manifestando precocemente un talento straordinario per la pittura. Inoltre, ma questo è la storia della sua vita ad indicarcelo, il figlio di Bondone dimostrò di avere una dote non comune nei grandi artisti: la capacità di condurre un cantiere, di coordinare il lavoro di bottega, nonché il senso degli affari. In poche parole Giotto non solo era un artista eccelso, era anche ‘uno che ci sapeva fare’. Queste due grandi doti fecero di lui non solo il grande rivoluzionario nella pittura tra Due e Trecento che conosciamo, ma anche un uomo, per quel che possiamo saperne, sostanzialmente felice; realizzato economicamente, celeberrimo in vita in tutta la Penisola, amico di principi e sovrani, cantato da Dante, lui vivente, nel XI canto del Purgatorio: Credette Cimabue ne la pittura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, sì che la fama di colui è scura”. Anche a questi versi dobbiamo il dato, più tradizionale che puntualmente biografico, secondo il quale Giotto sarebbe stato allievo di Cimabue a Firenze; certo il giovane Giotto ed il grande mosaicista potrebbero essersi incontrati negli anni a cavallo tra Due e Trecento, considerando che il mugellese ebbe storicamente casa vicino a quella di Brunetto Latini.

Si è detto di Giotto rivoluzionario, e questo è uno dei dati più interessanti e più vivi dell’esposizione milanese, soprattutto guardando, ad inizio percorso, la “Madonna col Bambino in trono e due angeli“, una tempera ed oro su tavola del 1288 circa, proveniente dal Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte. Se pensiamo che una delle date di nascita più accreditate per il figlio di Bondone è il 1267, dobbiamo pensare che quest’opera è stata dipinta da un ventenne. Non solo,  questa Vergine è forse il primo esempio giottesco di pittura prospettica, perché il soggetto è dipinto come leggermente ruotato sull’asse verticale. Una grande novità questa nel Medioevo, anche se non assoluta, perché prima degli studi accurati di prospettiva come il “De Pictura” di Leon Battista Alberti, il “De Prospectiva pingendi” di Piero della Francesca ed il “Trattato della pittura” di Leonardo, che sono molto più tardi, pochi artisti erano riusciti a dare una composizione armonica dello spazio nel dipinto. Giotto iniziò a farlo a vent’anni, alla fine del Duecento.

Altra grande novità è l’atteggiamento del Figliolo nei dipinti con la Vergine. Ad esempio nel “Polittico di Badia” (1300 ca), presente a Milano proveniente dagli Uffizi, si vede che il Bimbo protende la mano nello scollo della Madre, rendendola iconograficamente più terrena, più madre reale che celeste. Nello stesso polittico è presente anche la novità costruttiva dell’opera scomponibile in cinque tavole giustapposte; polittico dunque non solo perché composizione figurativamente multipla, bensì anche perché più facilmente trasportabile.

Da vedere perché meravigliosi e scenici, grazie anche all’allestimento in luce soffusa, sono il “Polittico di Santa Reparata” (1310 ca), proveniente dai resti della omonima chiesa in Firenze, sopra la quale fu costruito l’attuale duomo di Santa Maria del Fiore; e poi non ultimo il “Polittico Baroncelli” (1330 ca), uno dei pochi firmati da Giotto come magister di bottega, esaltato dalla sua cornice rinascimentale, che proviene dalla Cappella Baroncelli nella Basilica di Santa Croce in Firenze.

Giotto, l’Italia
Palazzo Reale di Milano
Piazza del Duomo 12
www.mostragiottoitalia.it
Orari fino al 10 gennaio 2016:
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30

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Pubblicato il 04 Dicembre 2015
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