Strascichi delle primarie: Mirabelli punzecchia Galimberti

Il capogruppo Pd in consiglio pubblica una nota con alcune riflessioni e domande rivolte al vincitore delle primarie

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Pubblichiamo una nota del capogruppo Pd in comune. Fabrizio Mirabelli era uno dei sostenitori di Daniele Marantelli alle primarie del 13 dicembre.

La mia personale storia politica si è, sempre, caratterizzata, sia in occasione delle vittorie che delle sconfitte, per il rispetto degli amici e degli avversari, per il senso della misura e, soprattutto, per l’attaccamento alla “maglia”.

Per questo, dopo le primarie di domenica 13 dicembre, malgrado le molteplici sollecitazioni ricevute da più parti, mi sono, volontariamente, imposto di astenermi da qualsiasi tipo di commento.

Ho letto con attenzione, naturalmente, le raffinate analisi di politologi ben più autorevoli di me che non hanno esitato ad avventurarsi in giudizi tanto sommari quanto, a mio modesto parere, precipitosi.

Credo, tuttavia, che, oggi, a “bocce ferme”, sia tempo di fare delle riflessioni più equilibrate su quanto è accaduto.

Per prima cosa, occorre sfatare il mantra cui molti, a furia di ripeterlo, hanno finito per credere davvero. Appare, infatti, evidente come la partecipazione, sia pure dignitosa non sia stata all’altezza delle previsioni, piuttosto ottimistiche invero, del segretario cittadino Luca Paris che, in un’intervista, aveva sottolineato come fossero necessari 7/8000 votanti per sperare, poi, in un effetto moltiplicatore alle elezioni amministrative. A Varese, hanno votato solo 2705 persone rispetto, per esempio, alle 3582 che, nel 2011, votarono nella vicina Como, incoronando quel Mario Lucini che ne è diventato l’attuale sindaco. A Como quel risultato fu possibile anche perché furono allestiti ben 18 seggi contro i 6 di Varese, assicurando una più capillare copertura di tutta la città. Col senno di poi, dunque, non ha, certo, favorito la partecipazione la bocciatura da parte del Comitato promotore delle primarie della proposta, avanzata da me e da altri, di allestire un ulteriore seggio almeno alle Bustecche, quartiere tra i più popolosi e dove il PD è, sempre, stato il primo partito.

In secondo luogo, appare altrettanto evidente come, nonostante il sostegno da parte della Segreteria cittadina e una campagna elettorale, durata ben otto mesi, Davide Galimberti, abbia vinto, aritmeticamente, per un pugno di voti ma non abbia, certamente, trionfato. L’avvocato, infatti, raccogliendo le firme di 20 componenti della direzione cittadina del PD, di 29 iscritti e di 349 cittadini, alla fine, ha totalizzato 890 voti. Quel Daniele Marantelli, da lui ingenerosamente definito “ uomo per tutte le stagioni e quasi pensionato della politica”, mettendo insieme, in poche settimane, le firme di 16 componenti della direzione cittadina del PD, di 56 iscritti e di 349 cittadini, con 858 voti è giunto ad appena una “incollatura” di distanza, riuscendo quasi a sovvertire i pronostici, anche grazie alla passione e all’impegno dei giovani democratici. A loro come tutti quelli che ci hanno votato e sostenuto va la mia sincera gratitudine. Se si pensa, poi, che, l’onorevole ha vinto in 3 seggi, Galimberti in 2 e in uno si è pareggiato, ne consegue che, politicamente, la partita delle primarie si è conclusa con un sostanziale pareggio il quale dovrebbe consigliare a tutti grande prudenza e moderazione.

In terzo luogo, appare, infine, evidente come se, adesso, Galimberti volesse, veramente, tentare di vincere, come tutti auspichiamo, le prossime elezioni amministrative, per mettere la parola fine a 25 anni di amministrazioni di centrodestra (dei cui risultati negativi, i quali sono sotto gli occhi di tutti, portano, in solido, la responsabilità Lega Nord, Forza Italia, UDC e NCD), dovrebbe, innanzi tutto, dare prova, di volere e sapere aprire il suo progetto di cambiamento della città al contributo di tutti coloro, i quali rappresentano la maggioranza, che, in queste primarie, non lo hanno votato. Dovrebbe, poi, dare prova di volere e sapere unire il PD e i civici del Comitato 2.0, allargando la coalizione. Dovrebbe, in ultima istanza, dare prova di sapere e volere creare le condizioni affinché, l’anno prossimo, il centrosinistra possa ambire a conquistare il consenso di almeno 20.000 cittadini, necessario per vincere, per la prima volta, anche a Varese.

Sarà capace Galimberti di interpretare il ruolo di candidato sindaco di tutti? Per quanto riguarda noi che, alle primarie, abbiamo sostenuto Daniele Marantelli, a detta degli osservatori esterni, abbiamo condotto una campagna elettorale improntata al fair play e alla signorilità, preferendo ignorare i colpi bassi, provenienti da altri candidati e concentrarci sull’elaborazione di idee utili alla nostra città. Per noi, dunque, sarà naturale continuare a proseguire sulla stessa linea. Per altri potrebbe esserlo meno. In politica, tuttavia, tutto è possibile anche se nulla è scontato.

Fabrizio Mirabelli

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 22 Dicembre 2015
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