Una mattina con Siticibo, in prima linea contro la povertà alimentare

Abbiamo seguito i volontari di Siticibo, l'associazione del Banco Alimentare che raccoglie le eccedenze alimentari nelle mense aziendali e scolastiche della città

C’è una macchina della solidarietà che ogni mattina a Busto Arsizio si mette in moto silenziosamente per recuperare ciò che il sistema scarta e “trasformarlo” in vita per chi, dalla vita, ha avuto meno degli altri.

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E’ la macchina di Siticibo, l’associazione locale del Banco alimentare della Lombardia, che tutte le mattine alle 7,30 scende in campo contro la povertà alimentare. A quest’ora parte infatti il “giro” che consente di recuperare dalle mense aziendali e scolastiche pasti, pane e frutta che vengono poi distribuiti alle persone e alle famiglie in difficoltà attraverso una rete di enti caritativi convenzionati.

Abbiamo trascorso una mattina insieme ai volontari di Siticibo e all’onorevole Maria Chiara Gadda, relatrice e prima firmataria della nuova legge contro lo spreco alimentare, interessata a conoscere più da vicino il meccanismo di raccolta e distribuzione delle eccedenze di cibo.

Si parte che è ancora buio: il punto di ritrovo è la sede del Centro missionario Pime, in via Lega Lombarda, che assicura ai volontari di Siticibo il ricovero del furgone e una sede per le riunioni settimanali.

Questa mattina sono di turno Marcello e Bruno che partono subito per il primo giro della giornata. Nel pomeriggio, alle 13.30, se ne farà un altro. Li seguiamo in macchina con  Dario Mazzucchelli, il responsabile provinciale di Siticibo: “Siamo attivi dal 2009 – spiega – con circa 20 volontari e un furgone refrigerato che ci è stato affidato dal Banco alimentare della Lombardia, mezzo indispensabile per la raccolta dei cibi già cucinati, per i quali deve essere rispettata la catena del freddo, a garanzia della sicurezza alimentare”.

Una mattina con Siticibo

Prima delle 8 i volontari sono già alla mensa aziendale di Mv Agusta, dove Marcello e Bruno ritirano alcune vaschette di cibo dopo averne misurato la temperatura e aver annotato diligentemente tipologia e quantità di ciò che ricevono. “Le procedure sono rigide – ci spiegano – Il cibo che resta dalla mensa della sera deve essere messo al più presto nell’abbattitore di temperatura perché si conservi intatto fino al mattino dopo. Per questo è preziosa e indipensabile la collaborazione del personale. Noi ritiriamo e consegniamo nel tempo più breve, proprio perché va sempre garantita la massima qualità”.

Si riparte subito in direzione Malpensa: qui il ritiro è doppio, al Terminal 1, dove la mensa è attiva dalle 10 alle 22 e serve ogni giorno 1200 lavoratori, e al Terminal 2, dove gli utenti sono circa 400 al giorno. Grandi teglie di primi e secondi vengono caricate nel furgone e si riparte verso l’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio.

Nella mensa dell’Ospedale l’accoglienza è calorosa:  Bruno, che ora è in pensione, qui faceva il capocuoco e proprio qui è nato l’incontro con i volontari di Siticibo di cui ora fa parte. “Dall’ospedale ritiriamo solo i piatti che vengono preparati per la mensa dei dipendenti, non i pasti per i degenti  – spiega – perchè il cibo che entra nei reparti non può essere rimesso in circolo, in quanto potenzialmente potrebbe essere entrato in contatto con agenti patogeni”.

All’ospedale il “bottino” è ricco: una grande teglia di filetti di trota, una di wurstel e crauti e un grande contenitore di lenticchie in umido.

Il companatico c’è, è il momento di ritirare il pane e il posto giusto è il centro di cottura del Panificio Colombo che a Busto e dintorni ha otto negozi e da tempo contribuisce alla raccolta alimentare di Siticibo con 30-40 chili al giorno tra pane, pizze e altri prodotti da forno. Questa mattina pizze e focacce farcite abbondano: “Oggi facciamo contenti i bambini!”, dice soddisfatto Marcello, caricando le preziose ceste sul furgone.

“Diamo volentieri il pane a Siticibo e anche ad altre iniziative analoghe – spiegano i fratelli Matteo e Giovanni Colombo – E’ importante sia perché il cibo non deve essere sprecato, sia perché riteniamo che ognuno, privato o azienda che sia, deve essere responsabile: non c’è solo il profitto. Inoltre come azienda ci siamo dati l’obiettivo “umido zero”, cioè arrivare a non avere praticamente nessun rifiuto organico da smaltire, sia ridistribuendo ciò che avanza, sia riducendo gli sprechi all’origine, attraverso una buona programmazione”.

Un obiettivo che è anche parte integrante della nuova legge contro lo spreco alimentare a cui sta lavorando l’onorevole Maria Chiara Gadda, deputata del Pd: “La legge, oltre a favorire iniziative che rimettono in circolo i prodotti alimentari che altrimenti verrebbero buttati, mira a ridurre gli sprechi già all’origine, con un’azione che parte dai produttori e percorre tutta la filiera produttiva, fino al consumatore finale”.

Mancano pochi minuti alle 10,30: si riparte, e dopo aver ritirato è tempo di consegnare il cibo raccolto. “Noi non distribuiamo niente al singolo – spiega il responsabile di Siticibo – Siamo come dei “grossisti” e portiamo tutto agli enti caritativi che gestiscono mense e consegna di pacchi alimentari, oppure alle singole strutture di accoglienza”.

Il primo destinatario della mattinata è frate Silvestro, economo del Convento del Sacro Cuore, dei Frati Francescani. “Qui ogni giorno vengono a mangiare dalle 10 alle 15 persone – racconta – ma ci sono anche 80-100 persone al giorno che vengono a ritirare il pane, il pacco alimentare o altro. Un bisogno crescente, dove non mancano italiani, spesso persone che fino a ieri vivevano normalmente e che all’improvviso, per la perdita del lavoro o una separazione difficile, si trovano in uno stato di bisogno”.

Sono le 11, il  tempo di un caffè nella cucina del convento e il furgone riparte per le prossime consegne ai centri Caritas e  alle strutture di accoglienza per minori e donne in difficoltà della città. Il tempo stringe e le consegne devono essere fatte nei tempi stabiliti, per dar modo alle strutture di preparare ciò non è stato raccolto da Siticibo. Dietro il lavoro dei volontari come Dario, Bruno e Marcello c’è una complessa macchina organizzativa, ci sono tempi e procedure precise e nulla si deve inceppare nel meccanismo della solidarietà che ogni giorno risponde al bisogno primario di centinaia di persone a Busto e nei centri limitrofi.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

Giorno dopo giorno con VareseNews ho il privilegio di raccontare insieme ai miei colleghi un territorio che offre bellezza, ingegno e umanità. Insieme a te lo faremo sempre meglio.

Pubblicato il 11 Dicembre 2015
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