Ballardin: “Le persone oneste non hanno paura”

Il sindaco di Brenta all'indomani della revoca degli arresti domiciliari spiega come si sono svolti i fatti e dice "Vado avanti"

conferenza stampa brenta sindaco ballardin

“Sono arrabbiato, certo, anche amareggiato, ma sono tranquillo, perché le persone oneste non hanno paura. Andrò avanti perché la passione per la politica e il rispetto per lo Stato e per le sue istituzioni non vengono meno, anzi semmai sono più forti di prima”.

A tratti deve lottare con la commozione il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin, mentre parla durante l’affollata conferenza stampa che ha convocato all’indomani della revoca degli arresti domiciliari, per spiegare cosa è successo e cosa succederà nel piccolo comune della Valcuvia che nei giorni scorsi è stato, suo malgrado, alla ribalta nazionale per l’arresto del suo primo cittadino e le polemiche innescate dal Movimento 5 Stelle.

Ballardin ci tiene ad iniziare con una breve spiegazione tecnica, delegata al suo avvocato Marco Mainetti.

“Non cambia niente per quanto riguarda il Comune, perché i fatti non sono relativi alla carica di Sindaco, ma di presidente dell’Unione dei Comuni per la polizia locale. Ballardin, comunque ha chiarito tutto nei minimi dettagli, tant’è che il giudice per le indagini preliminari Anna Giorgetti ha revocato il provvedimento degli arresti domiciliari dopo due giorni. Cosa che è inusuale sia per i tempi che per le modalità”.

“Avrei potuto avvalermi della facoltà di non rispondere – spiega il Sindaco – ma io volevo rispondere perché non c’era davvero niente da nascondere. Anzi, posso aggiungere che forse se non avessi voluto essere totalmente trasparente e rigoroso tutto questo non sarebbe successo”.

Ma quindi, cos’è davvero successo?

“Dopo le note vicende che hanno portato ai due arresti all’interno dll’Unione dei comuni per il servizio di polizia locale, come presidente mi sono trovato a chiudere il bilancio in una situazione di grande confusione. Chiesti i conteggi della cassa economale, quella per le minute spese, e appurato che mancavano 1.622 euro, ho chiesto al Comandante Bezzolato di darmi quei soldi per chiudere il bilancio, e lui me li ha dati. Dovendo aspettare fino al giorno dopo per depositarli, li ho chiusi nella cassaforte, ma siccome volevo essere totalmente corretto, ho fatto un verbale di presa in consegna del denaro e ho chiesto al Comandante di avvisare la Guardia di Finanza. Questo è stato purtroppo interpretato come un tentativo di inquinare i fatti e da qui è partito tutto. Se non avessi fatto quel verbale probabilmente non sarebbe successo niente”.

“Quando ho spiegato tutto questo al Pubblico ministero e alla dottoressa Giorgetti, il provvedimento degli arresti domiciliari è stato immediatamente revocato”.

Intanto però si era scatenata la gogna mediatica: “Brenta è piccolo comune che non era conosciuto a livello nazionale, ora lo siamo , ma per delle falsità, per le bugie del Movimento 5 Stelle. Sono arrivati qui giornalisti dalle più importanti testate nazionali, compresa la Rai. Io li avevo chiamati anche oggi per questa conferenza stampa, ma dove sono?”.

Cosa succederà ora? “Andrò avanti a fare il sindaco perché al di là dell’amarezza per questa vicenda restano la mia dignità e la mia storia personale, fatta di passione, sacrificio e tanto lavoro volontario per la comunità. Per quanto riguarda l’Unione dei Comuni non lo so. Ho indetto l’assemblea dei Comuni dell’Unione per venerdì prossimo alle 18,30 per capire cosa è successo, come andare avanti, come migliorarla. Decideremo insieme, come è sempre successo”.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Gennaio 2016
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