Ballardin risponde al giudice e si proclama in buona fede
Interrogatorio per il sindaco finito in arresto e per l'ex comandante Bezzolato. Entrambi si dichiarano innocenti e hanno cercato di spiegare le loro ragioni
Ha risposto alle domande del gip e ha cercato di chiarire la sua posizione. Gianpietro Ballardin, sindaco di Brenta del Pd, presidente del Consorzio di polizia del Medio Verbano, è stato interrogato in tribunale dal giudice Anna Giorgetti. “Ballardin aveva molta voglia di spiegare – osserva il suo avvocato, Marco Mainetti – crediamo di aver dimostrato la sua buona fede e trasparenza. Sono stati per lui giorni molto difficili dal punto di vista umano. Si dimetterà da presidente del consorzio, ma ha espresso l’intenzione di rimanere sindaco”.
Ballardin è accusato di favoreggiamento e falso in atto pubblico. Avrebbe aiutato l’ex comandante Ettore Bezzolato a inscenare una finta restituzione di denaro che aveva trattenuto per sè. Secondo la tesi difensiva si tratterebbe invece di denaro che era stato lasciato da Bezzolato in un fondo cassa dell’economato e dunque non preveniente come dice l’accusa dalle multe. O almeno questo è quello che ha sostenuto Bezzolato, anch’egli interrogato oggi. Entrambi hanno presentato richiesta di revoca degli arresti domiciliari. Bezzolato, difeso dall’avvocato Fabio Margarini, presenterà anche una richiesta al tribunale dei riesame contro l’arresto.
Ballardin è stato attaccato duramente dal Movimento 5 Stelle, che ha anche organizzato una manifestazione davanti al comune di Brenta, ma è stato invece difeso da molti amministratori che lo conoscono da anni, giunta compresa.
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