Il cantiere di piazza Vittorio Emanuele fa discutere

Nonostante le rassicurazione dell'impresa costruttrice e dell'amministrazione c'è chi teme per l'esistenza di un'inchiesta della magistratura di Napoli e chi chiede di riportare il monumento dei caduti al suo posto

cantiere piazza vittorio emanuele

Il cantiere di piazza Vittorio Emanuele, che entro la prossima primavera dovrebbe essere completato restituendo un bel pezzo di centro storico ai bustocchi, è al centro delle attenzioni di molti in città. Un’attenzione crescente e non sempre positiva che aumenta con l’approssimarsi della campagna elettorale per le amministrative.

Buon ultimo è l’ex-consigliere comunale de La Voce della Città Audio Porfidio che, questa mattina, è tornato a chiedere lo spostamento del monumento ai caduti da piazza Trento e Trieste nella sua posizione originaria: «E’ una vergogna quanto deciso da questa amministrazione – ha tuonato ancora l’autore del referendum contro lo spostamento nel 2008 – la decisione di non fare più l’autosilo sotto la piazza (opera che aveva giustificato lo spostamento del monumento, ndr) non è recente. Chi sta costruendo sapeva benissimo sin dall’inizio che non lo avrebbe realizzato perchè sarebbe stata la prima cosa da realizzare e non l’ultima».

Il vulcanico Porfidio chiede al sindaco Farioli di «riportare, a spese proprie, il monumento al suo posto e ricucire quello strappo culturale con la città, visto che si riempie sempre la bocca della parola cultura». Porfidio, inoltre, esprime la sua preoccupazione rispetto alla promessa di ristrutturare il conventino e l’ex-carcere da parte di Soceba: «Non sono convinto che lo faranno, mi piacerebbe anche sapere che fine hanno fatto i soldi degli oneri di urbanizzazione».

Il noto assicuratore bustocco non è l’unico ad esprimere dubbi sull’impresa che sta portando avanti il cantiere, iniziato nel 2011 proprio durante la campagna elettorale che ha preceduto il secondo mandato di Farioli. C’è anche il Nucleo Teatro dell’Oppresso, capitanato dal professor Vitaliano Caimi, ad esprimere le proprie perplessità attraverso un’osservazione protocollata in Comune, rispetto al nuovo progetto della piazza e alla convenzione tra Comune e società costruttrice in merito ad un’inchiesta della Procura di Napoli e della Guardia di Finanza che vedrebbe coinvolto Michele Panìco e la stessa Soceba per riciclaggio:

chiediamo alla Giunta Comunale di ritirare la proposta di convenzione urbanistica integrativa e, al Consiglio Comunale, di non approvare alcuna convenzione con SO.CE.BA S.p.A.,  fin tanto che i competenti organi della magistratura non abbiano escluso qualsiasi connessione fra la citata società per azioni e altre società recentemente indagate dalla Procura di Napoli, come invece parrebbe attestato dalla documentazione prodotta alla presente opposizione.
L’espressione e la richiesta, non è inutile sottolinearlo, sono finalizzate a tutelare il Comune di Busto Arsizio e la sua popolazione sia sotto il profilo amministrativo e giudiziario sia soprattutto sotto il profilo etico e morale.

Gli allegati a cui fa riferimento il Nucleo Teatro dell’Oppresso sono alcuni articoli di stampa facilmente reperibili sul web che riguardano l’indagine relativa ai subappalti per la costruzione dell’Ikea di Afragola e ad una società in particolare, riconducibile a Panìco, che avrebbe emesso fatture false per prestazioni inesistenti in modo da creare fondi neri con i quali, si legge, avrebbe acquistato beni mobili e immobili, tra le quali le quote di maggioranza della stessa Soceba. Nella conferenza stampa di fine anno anche il Pd aveva criticato aspramente l’amministrazione sul tema.

L’interessato, per il momento, preferisce rispondere con un laconico «è tutto archiviato e dissequestrato, non sono accusato di niente» e annuncia che nei prossimi giorni incontrerà i giornalisti per mostrare l’avanzamento del cantiere e le carte che lo scagionano dalle accuse mosse dalla Procura di Napoli. Il sindaco Farioli, infine, dal canto suo non appare preoccupato da queste segnalazioni: «Non mi faccio opprimere da nessuno – risponde – faccio il bene della città e restituirò ai bustocchi un luogo che è rimasto chiuso per troppo tempo».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Gennaio 2016
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