L’oasi Wwf senza fondi, a rischio le cure per migliaia di animali

L'assessore regionale all'agricoltura Fava in visita nell'area verde promette di sopperire alla mancanza di alcune entrate causate dall'abolizione delle province. In un anno salvati 3350 animali

Si estende su un territorio di 200 ettari e ogni anno cura migliaia di animali selvatici autoctoni, nel 2015 ne sono stati curati 3348 provenienti dalle province di Milano, Varese, Como, Lodi, Monza e Brianza, Novara. L’oasi Wwf di Vanzago è un luogo importantissimo per la fauna locale e oggi rischia di rimanere senza fondi, che già sono un terzo del fabbisogno reali, a causa dell’abolizione delle province.

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L’oasi Wwf di Vanzago 4 di 10

Quest’area vive grazie al lavoro di un veterinario di Inarzo, Stefano Raimondi, del coordinatore Luigi Migliavacca e del volontariato di circa 70 persone che a turno danno una mano alla manutenzione della piccola riserva che ospita una clinica, una cucina, un paio di edifici di servizio, numerose e grandi voliere, uno stagno e tanto verde dove uccelli ma anche animali di terra possono possono passare una tranquilla convalescenza prima di tornare in natura.

Oggi l’oasi ha ricevuto l’assessore all’agricoltura Giovanni Fava che – dopo una visita al centro – ha dato la disponibilità di Regione Lombardia a sostenere anche economicamente l’oasi: «Luoghi come questo fanno un servizio fondamentale per la tutela della fauna autoctona e per questo non possono essere dimenticati – racconta al termine della visita – purtroppo il decreto Del Rio ha creato un vuoto legislativo rispetto alle competenze delle province e siamo ancora in una fase piuttosto confusa».

Luigi Migliavacca, infatti, racconta delle difficoltà che sta vivendo l’oasi in questi ultimi due anni: «La città metropolitana, che sostituisce la Provincia di Milano, da due anni ci sta facendo penare per avere quasi la metà dei soldi del nostro bilancio. Non abbiamo ancora ricevuto quelli del 2015. Le altre province dicono di non avere più soldi e questo per noi è un grosso problema perchè, anche se pochi rispetto al fabbisogno, servivano per la manutenzione delle strutture». oasi vanzago mauro parolini

Dietro l’oasi Wwf c’è molto volontariato che, fortunatamente, sopperisce alle mancanze degli enti locali preposti: «Ci affidiamo ai nostri volontari e alle conoscenze che possiamo mettere in campo  – spiega – per riuscire a fare determinati interventi». Dall’inizio del 2016 sono già 21 gli animali che sono passati per la clinica del dottor Raimondi e proprio oggi è stato liberato un bellissimo sparviero che è guarito.

Nell’oasi arrivano gufi, barbagianni, poiane, corvi, gheppi, tordi, volpi, tartarughe, tassi e caprioli che necessitano di cure: vengono curati e poi passano un piccolo periodo di convalescenza prima di tornare in libertà. In un’area è stato realizzato anche un percorso didattico che viene visitato dalle scolaresche e dalle famiglie all’interno del quale è possibile visitare alcune specie di uccelli e uno stagno con tanto di rane. L’oasi Wwf è troppo importante e non può morire a causa di qualche politico che pensa di poter cancellare la voce dal bilancio con un tratto di penna.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Gennaio 2016
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Se trovate dal nulla miliardi per costruire autostrade utilizzate da meno di 10000 veicoli al giorno, allora potete trovare quattro spiccioli per sostenere una attività che per l’ambiente e la tutela del territorio è vitale.

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