“Mercanti della neve” con la bisaccia vuota e caldo sopra la media nei giorni della ‘merla’: e a breve le temperature saliranno ancora

Negli ultimi 15 giorni, infatti, secondo le elaborazioni della Coldiretti prealpina, le temperature si sono stabilizzate con oltre 2 gradi sopra la media storica e di pioggia non se ne vede l’ombra

sole

Entrano in sciopero i santi ‘mercanti della neve’ e a Varese si  affronta, in questo primo frangente d’anno, un eccezionale periodo di caldo e carenza di precipitazioni: negli ultimi 15 giorni, infatti, secondo le elaborazioni della Coldiretti prealpina, le temperature si sono stabilizzate con oltre 2 gradi sopra la media storica e di pioggia non se ne vede l’ombra, specie nella fascia di pianura.

Ieri, giovedì 28 gennaio, a Varese si sono raggiunti 11 gradi, e più volte la colonnina di mercurio si è portata sopra i 10 dall’inizio del mese: inoltre, le previsioni per i prossimi giorni confermano tale tendenza, mentre a partire da lunedì prossimo, 1 febbraio, potrebbe addirittura fare anche più caldo.

“San Mauro, Sant’Antonio Abate e San Marcello, solo per citarne alcuni, quest’anno purtroppo si sono presentati con la bisaccia vuota” commentano Fernando Fiori e Francesco Renzoni, presidente e direttore di Coldiretti Varese.

“Le temperature, anche nei giorni della merla, hanno raggiunto in pianura padana i 10-12°: dato significativo in quelli che, da consuetudine, dovrebbero essere i più freddi dell’anno. Il rischio, più che concreto, è di uno sconvolgimento dei cicli della natura con alberi da frutto che fioriscono in grande anticipo, ed una storica siccità invernale”.

Sono gli effetti dell’anticiclone che si è stabilizzato sull’intera Penisola proprio negli ultimi tre giorni di gennaio. Secondo la leggenda coincidono infatti – riferisce Coldiretti Varese – con i il periodo ove si concentrano le temperature invernali più basse, tanto che (racconta la tradizione) perfino la merla, che un tempo aveva il piumaggio bianco, per riscaldarsi andò a ripararsi in un camino e il suo manto divenne grigio per la fuliggine. I cambiamenti del clima, con il ritorno dello smog nelle città, smentiscono anche i proverbi dopo un anno che si è classificato in Italia come l’anno più caldo della storia con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr.

Il risultato è che in orti e giardini del Varesotto (soprattutto nell’area dei Laghi) ci sono primule, viole e margherite, mentre le mimose sono già fiorite da tempo in netto anticipo rispetto alla festa della donne e nelle campagne si teme una seria compromissione dei raccolti per il possibile prossimo ed improvviso abbassamento della temperatura.

“I dati del 2015 e le temperature di questi ultimi giorni ci riportano all’anno della grande sete del 2007, una situazione che aumenta le preoccupazioni degli agricoltori per i prossimi mesi e per la stagione irrigua estiva. Non è solo una questione di piogge non cadute sui terreni di pianura ma è tutto il contesto delle riserve idriche in montagna e del riempimento dei maggiori laghi che ci deve far riflettere su quello che potrebbe diventare un’emergenza per il territorio lombardo e per tutto il Nord Italia”.

Anche a livello globale il 2015 è stato l’anno piu’ caldo con una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani superiore addirittura di 0,90 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo, sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre, che rileva le temperature dal 1880.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Gennaio 2016
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