Chi cede alla mafia, lo fa per disperazione

La pensa così un terzo degli imprenditori intervistati in Lombardia, in una ricerca curata da Camera di Commercio Monza e Brianza insieme a Libera

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Il 35,9% delle imprese lombarde ritiene che gli imprenditori collusi con mafia  e ‘ndrangheta “cedano” per non chiudere l’attività (con una percentuale più alta nelle province fuori Milano e Monza Brianza, dove si tovva il 40%), mentre il 31,6% crede che le collusioni non siano frutto di necessità, ma siano invece causate dalla voglia di incrementare il proprio giro d’affari.

La maggioranza degli imprenditori lombardi crede che la presenza delle organizzazioni criminali di stampo mafioso in Lombardia sia un fenomeno favorito dalle infiltrazioni della malavita nella Pubblica Amministrazione per ottenere appalti (53,3%). Per circa 1 imprenditore lombardo su 4 (19,9%) si tratta di un fenomeno naturale, legato alla ricchezza economica della Regione. Il 14,9% infine, ritiene che mafia e ‘ndrangheta nel Nord del Paese siano derivate dalla presenza di detenuti al confino nel passato. Il fenomeno delle organizzazioni criminali preoccupa soprattutto in relazione alla crisi che, secondo gli imprenditori lombardi, ha avvantaggiato mafia e ‘ndrangheta offrendo un più “facile credito” (59,6%) e possibilità di commesse e lavoro (34,8%). Il 35,9% delle imprese lombarde ritiene che gli imprenditori collusi con mafia e ‘ndrangheta “cedano” per non chiudere l’attività, mentre il 31,6% crede che le collusioni non siano frutto di necessità, ma siano invece causate dalla voglia di incrementare il proprio giro d’affari.
Emerge dalla indagine “Imprese e illegalità”, condotta nel 2015 dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, che ha coinvolto oltre 400 imprenditori lombardi.
Questi i numeri presentati in occasione dell’incontro “Legalità e lotta alle mafie: la rete degli sportelli Riemergo e il servizio SOS Giustizia” che si terrà oggi presso la sede della Camera di commercio di Monza e Brianza alla presenza di Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza, Giovanna Vilasi Prefetto della Provincia di Monza e Brianza, Giuseppe Airò Presidente f.f. Tribunale di Monza, Gian Antonio Girelli Presidente Commissione Speciale Antimafia Regione Lombardia, Sergio Valentini Direttore Promozione e Sviluppo del Territorio Unioncamere Lombardia, Enzo Giussani Coordinamento Libera di Monza e Brianza. Durante l’incontro sono previsti l’intervento di Don Marcello Cozzi Responsabile nazionale SOS Giustizia – Libera e Presidente Fondazione Nazionale Antiusura Interesse Uomo e la presentazione del romanzo “L’ultimo confidente” di Luca Scarpetta.

«La competitività delle imprese si può fondare solo sulla piena condivisione delle legalità, che tuteli la trasparenza, la sicurezza dei prodotti, il rispetto della dignità del lavoro – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – Per questo come Camera di commercio, insieme alle istituzioni, ci siamo impegnati nel garantire le imprese che lavorano bene, attraverso gli Sportelli legalità per contrastare i fenomeni di criminalità e i comportamenti sleali che la crisi può innescare e acuire».

Prosegue l’attività dello Sportello Legalità Riemergo a servizio delle imprese di Monza e della Brianza per contrastare usura, racket, corruzione e contraffazione. La Camera di commercio di Monza e Brianza con Unioncamere Lombardia, in collaborazione con Transparency International Italia e LIBERA Lombardia, promuove RIEMERGO. Gli Sportelli legalità delle Camere di commercio.
Gli Sportelli Legalità L’iniziativa offre un nuovo punto di supporto alle imprese attraverso una puntuale e concreta assistenza per la prevenzione e il ripristino della legalità.
Come funziona lo Sportello Legalità Il primo contatto per le persone/imprenditori vittime di usura, racket, corruzione e contraffazione avviene attraverso la raccolta di segnalazioni/esigenze chiamando il numero 039/280. 7410 – 7504 o inviando una mail a legalita@mb.camcom.it
Per gli approfondimenti verranno coinvolti gli operatori di Libera (per contrasto a usura, racket, estorsione) e di Transparency International Italia (per corruzione, concussione e peculato) che incontreranno gli imprenditori presso la Camera di commercio in sedi riservate. Il progetto Riemergo prevede l’analisi dei fenomeni di illegalità che coinvolgono le imprese del territorio attraverso la mappatura dei protocolli delle Camere di commercio con le istituzioni locali su criminalità economica (usura, beni confiscati, infiltrazioni mafiose), corruzione, e contraffazione.
Tra le azioni di sensibilizzazione territoriale sono previsti convegni, seminari per condividere percorsi comuni per il contrasto alla criminalità e alla corruzione, e la realizzazione di dossier sui temi antiusura, anticorruzione e anticontraffazione specifici per territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Febbraio 2016
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