Come funziona il sistema degli appalti dell’odontoiatria
Da diversi anni le aziende ospedaliere hanno scelto di esternalizzare i centri odontostomatologici ai privati. Così è nato e si è affermato il sistema di Maria Paola Canegrati, Mario Longo e Fabio Rizzi
L’operazione Smile nasce dalla segnalazione di una persona che ha semplicemente fatto il suo dovere, la dottoressa Giovanna Ceribelli, componente del Collegio Sindacale dell’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate ha riferito alla Procura di Monza di avere accertato numerose anomalie nella gestione dell’appalto, bandito in data 12.11.2009, relativo all’affidamento a società private della gestione del servizio di odontoiatria. Lo ha fatto nello svolgimento dei suoi compiti di controllo sulla gestione degli appalti all’interno dell’azienda pubblica e ha fatto quello che oggi si chiama whistleblowing.
L’ESTERNALIZZAZIONE DEL SERVIZIO – Negli ultimi anni molte aziende ospedaliere del territorio hanno optato per un sistema di esternalizzazione dei servizi odontoiatrici mediante indizione di gare d’appalto attraverso le quali affidare a società private l’intera gestione di tale servizio, con l’obbligo di fornire all’utenza le prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale e la possibilità di fornire anche attività a pagamento per le prestazioni escluse.
LE GARE – Il sistema prevede, in particolare, che la base d’asta venga individuata sulla scorta del fatturato presunto degli ambulatori, sia per l’attività c.d. in solvenza, che per quella a carico del servizio sanitario nazionale. Su tale base d’asta i soggetti che partecipano alla gara indicano la percentuale di sconto, che corrisponde alla quota di fatturato che l’aggiudicatario dovrà conferire all’azienda ospedaliera appaltante.
Una gara è tale, per definizione, quando più soggetti vi partecipano e alla fine vince chi fa l’offerta qualitativamente ed economicamente più vantaggiosa per l’ente che la bandisce. In Lombardia a vincere erano sempre le stesse società da anni, tutte riconducibili a Maria Paola Canegrati che, nel caso dell’azienda ospedaliera di Desio, ha vinto con un’associazione temporanea d’impresa (ATI) che non aveva nemmeno costituito. Lo farà solo 3 anni dopo quando la Ceribelli chiederà conto.
IL SISTEMA – Come la Canegrati riuscisse a vincere con le sue società (Servicedent, Elledent, Odontogea, Dental Salvini e altre) è presto detto. Aveva rapporti con dirigenti e funzionari delle Aziende Ospedaliere che lavoravano, sottotraccia, per lei. A livello regionale aveva coinvolto, invece, Mario Longo che percepiva dalla Canegrati qualcosa come 5 mila euro al mese per consulenze. Mario Longo, in Regione, era il consulente per il progetto dell’odontoiatria sociale, trait d’union tra gli affari della Canegrati e i centri odontostomatologici da gestire. Longo, infine, è molto legato al presidente della commissione sanità Fabio Rizzi, socio occulto attraverso la moglie Lorena Pagani, di una delle società di Maria Paola Canegrati.
I REATI – Alla Canegrati, a Rizzi e a Longo sono addebitati i reati di corruzione e turbativa d’asta in quanto tutti e tre hanno l’interesse ad aumentare il giro d’affari delle società che fanno capo alla Canegrati
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