Il “miracolo” di don Isidoro continua a vivere in via Vesuvio

Alla periferia nord della città c'è la comunità Marco Riva che dal 1987 aiuta le persone ad uscire dalle dipendenze. Don Isidoro la volle fortemente dopo aver visto due ragazzi bucarsi in piazza Trento e Trieste

Antonio Marchesi non sopportava quei perdigiorno che ciondolavano come zombie tra il parco di via Ugo Foscolo e la piazza Trento e Trieste poi una sera don Isidoro gli indicò due ragazzi che si stavano iniettando dell’eroina nei loro sacchi a pelo buttati a terra nel giardinetto, davanti a tutti, e disse: «Non credi che come uomini, come cittadini e come cristiani abbiamo il dovere di fare qualcosa per aiutarli?». Antonio non dormì tutta la notte e il giorno dopo chiamò don Lolo per dirgli che sarebbe stato al suo fianco per fare qualcosa e da allora, sono passati più di 30 anni, non ha mai smesso di occuparsi di persone con una dipendenza.

Galleria fotografica

La comunità di don Isidoro Meschi 4 di 9

«Negli anni ’80 l’eroina era una vera e propria piaga, nei palazzi popolari che si vedono dietro la comunità era molto diffusa – racconta mentre guarda i casermoni di via Azimonti, il cosiddetto serpentone – iniziammo con un centro d’ascolto, un punto di riferimento per i giovani che volevano uscire da quella schiavitù. Poi ci rendemmo conto che le comunità erano piene e non sapevamo più dove mandare questi ragazzi e a don Isidoro venne l’idea di aprirne una qui».comunità marco riva busto arsizio

Trovarono un imprenditore disposto a donare un terreno in via Vesuvio dove c’era una cascina diroccata e, mattone dopo mattone, la rimisero in piedi grazie all’aiuto di molti giovani volontari del liceo Crespi chesi misero a disposizione. Nel 1987, nell’estrema periferia di Busto Arsizio, aprì i battenti la comunità Marco Riva e da allora ha aiutato centinaia di disperati a tornare in società. «Oggi le dipendenze sono cambiate – racconta ancora Marchesi – allora era quasi esclusivamente eroina, oggi abbiamo tossicodipendenti da cocaina, eroina e cocaina insieme, droghe sintetiche, alcol».

Le droghe cambiano ma loro sono sempre lì pronti ad accogliere e ad aiutare chi vuole farsi aiutare: «Negli anni abbiamo aperto l’officina, abbiamo creato un orto, le strutture sportive – racconta – un po’ alla volta il progetto di don Isidoro ha preso forma sulla base del modello che lui aveva pensato: un progetto logoterapico, basato sulla parola e sul dialogo, e uno ergoterapico che permette a queste persone di imparare un mestiere ed inserirsi nel mondo del lavoro».  Grazie ad Aler sono riusciti a ristrutturare e prendere in affitto due appartamenti che fungono da residenza protetta prima di tornare nella società civile.

L’impegno quotidiano degli educatori e dei volontari tiene in vita il piccolo miracolo di don Isidoro, il prete degli emarginati, ucciso da un emarginato che stava aiutando, il 14 febbraio 1991. Due cipressi con una croce in mezzo, una foto e un mazzo di fiori sempre freschi lo ricordano, così come quel cippo scavato a mani nude, un po’ alla volta da don Lolo, simbolo della sua tenacia e del suo altruismo.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

Un cittadino bene informato vive meglio nella propria comunità. La buona informazione ha un valore. Se pensi che VareseNews faccia una buona informazione, sostienici!

Pubblicato il 12 Febbraio 2016
Leggi i commenti

Galleria fotografica

La comunità di don Isidoro Meschi 4 di 9

Video

Il “miracolo” di don Isidoro continua a vivere in via Vesuvio 1 di 1

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.