Storia del signor Croci che brindò con Krug senza mai assaggiare una goccia di vino

Antonio Croci ha aperto l'enoteca in centro città negli anni '60 trasformando la vecchia drogheria ereditata dal padre. Ha conosciuto tutti i più grandi produttori senza mai prendere l'aereo

Antonio croci enoteca

«Ricordo ancora quando venne a Gallarate il signor Krug in persona. Arrivò a bordo di una Rolls Royce fiammante accompagnato dall’autista, entrò in enoteca e degustammo le sue preziose bollicine».

La storia di Antonio Croci è costellata di episodi legati al mondo del vino. Dal suo negozio, nel centro della città, ha visto passare di tutto: ha conosciuto tutti i più grandi produttori della preziosa bevanda, ha scambiato bottiglie inestimabili e fatto incontri inaspettati. Con due caratteristiche su tutte che lo rendono un venditore di vino molto particolare.

La prima riguarda il fatto che non prende gli aerei. Cosa c’entra questo col vino? C’entra nel momento in cui tutte le più prestigiose cantine del mondo, dalla Russia alla California, ti invitano a visitarle e sono pronte stenderti tappeti rossi ma tu rispondi “no grazie, no prendo l’aereo”. Questo è successo negli anni d’oro della sua attività ad Antonio Croci ma la sua seconda particolarità è ancora più incredibile. Un vero e proprio paradosso. Di tutte le migliaia di bottiglie che gli sono passate davanti agli occhi il signor Croci non ne ha mai assaggiata una. È completamente astemio.

Antonio Croci ha 79 anni, oggi ha passato la gestione al figlio Andrea al quale l’anno scorso ha affidato il compito di spegnere le 90 candeline della storia dell’attività. Lui però è ancora in enoteca, pronto a scambiare due parole con tutti.

Croci ha ereditato a sua volta l’attività nata nel 1925 dal padre, morto nel 1956 quando lui era ancora diciottenne. Si trattava però di una drogheria, attività entrata in crisi con l’avvento della grossa distribuzione e proprio questo motivo lo ha convinto a trasformarla in enoteca.

Antonio croci enoteca

Erano tempi diversi e in pochi anni la nicchia del vino di qualità ha permesso ad Antonio Croci di entrare in contatto con un mondo nuovo e vastissimo. E così lui, che era sostanzialmente un bottegaio del centro gallaratese, è entrato in contatto con i grandi uomini che hanno fatto la storia del vino. «Ho conosciuto Angelo Gaja, Biondi Santi, Maurizio Zanella e ogni produttore dalle langhe al Friuli e fino al sud ma qui in enoteca abbiamo fatto anche altri incontri interessanti. Come quella volta a tarda notte prima di Natale quando bussarono alla porta e trovammo Mariangela Melato, appena uscita da teatro, che voleva qualcosa da degustare. Ma non è l’unica, grazie al teatro ne sono passati tanti di qua, ricordo ad esempio Mia Martini».

Durante tutta la sua carriera Croci ha visto cambiare molto l’attività: «una volta si lavorava moltissimo con le aziende. A Natale arrivava sempre una camion carico di centinaia di scatole per i cesti natalizi. Ora quelle cose non le fa più nessuno. Però c’è una clientela più consapevole che viene perché sa di trovare bottiglie che non troverebbe facilmente, delle chicche».

Non sono mancati anche clienti molto, molto particolari: «una volta è capitato in negozio un Giapponese, appena entrato ha visto una bottiglia di Château Lafite e ne ha comprate dodici, pagate sull’unghia. È capitato anche in altre occasioni ma io di norma non ho mai venduto le mie collezioni». E questo è l’ultimo paradosso del signor Croci, che il vino non lo beve e, talvolta, nemmeno lo vende.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Febbraio 2016
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