Una vita a fare il pane: “Ho fatto solo il mio mestiere”

"Ho fatto solo il mio mestiere", racconta Giuliano Didonè, il panettiere da sabato cittadino onorario di Comerio. "Il pane oggi? Bisogna accontentarsi..."

comerio

È onorato di ricevere la cittadinanza onoraria, ma non ha perso l’umiltà e la riservatezza. Giuliano Didonè, 77 anni, dopo 43 anni di attività ha chiuso i battenti del suo negozio di panetteria a fine 2015: le serrande abbassate in via Garibaldi, nel cortiletto di fianco al Circolino, hanno scioccato i comeriesi che per generazioni hanno trovato il pane, ma anche cortesia ed educazione.

Giuliano ha portato avanti l’attività con la moglie Antonia e col figlio Silvio, ma ha deciso di chiudere: «Era diventato pesante – ci racconta -, mio figlio non poteva andare avanti da solo e così abbiamo deciso di chiudere. Un po’ ci spiace, perchè ormai eravamo una famiglia con i nostri clienti, io e Silvio a fare il pane, mia moglie a contatto con la gente».

didoL’inizio del lavoro a 14 anni, i primi negozi a Barasso, poi a Casciago, a Varese e infine a Comerio, dove Giuliano riaprì il negozio di panettiere di via Garibaldi che aveva chiuso poco prima, nel 1972: «Non ho fatto cose straordinarie – racconta -, ho servito la gente e dato loro il pane. Ho imparato da solo, nessuno in famiglia faceva questo mestiere. Poi mi ha affiancato mia moglie e mio figlio una volta finito il militare. Le mie specialità? Violette, michette soffiate, focacce (quella tonda, che in tantissimi ricordano come un pezzo della loro infanzia, comprata prima di entrare a scuola e divorata all’intervallo) e pizze, tutti i giorni. In estate facevamo la pizza per l’oratorio, in tanti ci chiedevano prodotti der banchetti, compleanni, feste. Tanti comeriesi, ma anche tanta gente da fuori, dai paesi vicini ma anche da Milano: eravamo una famiglia, avevano fiducia in noi, erano affezionati alla nostra attività».

In settimana l’inizio del lavoro alle 3 meno un quarto fino all’una, al sabato da mezzanotte fino alle 11.30 e poi per tutto il pomeriggio fino a sera. Un mestiere duro, che il Comune di Comerio ha deciso di celebrare con la cittadinanza onoraria, conferita sabato 27 febbraio in consiglio comunale.

Oggi Giuliano Didonè non sforna più pane, nemmeno a casa sua: «No, basta – dice sorridendo -. Oggi lo compro al supermercato, i panettieri che fanno il pane in maniera artigianale non ci sono più. Il pane non è più buono come una volta, bisogna accontentarsi…».

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Febbraio 2016
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