Cappellini contraffatti, tre denunce

Le indagini della Finanza smascherano un giro di prodotti provenienti dalla Cina e in ingresso in Italia per il Giubileo

sequestro cappellini finanza como 2 marzo

Un autotreno di cappellini contraffatti sequestrato dalla Finanza.

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Il sequestro della Finanza di Como 4 di 4

Lo scorso 26 febbraio scorso le Fiamme Gialle del Gruppo di Ponte Chiasso in servizio presso il valico commerciale, in collaborazione con i funzionari doganali, hanno sottoposto a controllo un camion con targa polacca che trasportava accessori di abbigliamento. La merce proveniva dalla Cina e attraverso Inghilterra e Ungheria, arrivava in Italia con destinazione finale Milano.

All’interno dell’autotreno venivano rinvenuti e sequestrati, circa 109.000 cappelli di diverso materiale, forme e colore, recanti raffigurazioni e scritte quali “Pisa”, “Rimini”, “Italia”, idonee a trarre in inganno i consumatori circa l’esatta origine del prodotto, in violazione dell’art. 4 comma 49 della Legge 350/2003, reato punito dall’art.517 del Codice Penale (normativa a tutela del made in Italy).

Successivamente al sequestro, i finanzieri del Nucleo Mobile del Gruppo di Ponte Chiasso provvedevano ad effettuare un pedinamento occulto dell’autotreno che conduceva i militari presso un deposito con annesso negozio, sito nell’hinterland milanese. Le perquisizioni, effettuate di iniziativa, permettevano un ulteriore sequestro di 136.000 accessori per
abbigliamento e pelletteria (quali cappelli, calzini, zaini, portafogli, cinture, ecc.).

Le attività venivano tempestivamente relazionate alla magistratura, la quale emetteva due decreti di perquisizione presso altrettanti luoghi riconducibili alle persone individuate, che eseguiti il 1° marzo, portavano al sequestro di circa 88.00 capi di abbigliamento ed accessori della stessa tipologia.

Complessivamente, l’attività svolta ha permesso di denunciare tre cittadini di nazionalità cinese e di sottoporre a sequestro oltre 333.000 accessori di abbigliamento e pelletteria in violazione alla normativa sul made in Italy, in quanto recanti disegni e stampe idonee a trarre in inganno i consumatori finali circa l’esatta origine geografica dei prodotti, per un valore di mercato superiore a 3 milioni di euro.

L’operazione si inquadra nel dispositivo di contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale predisposto dalla Guardia di Finanza – in occasione del “Giubileo straordinario della misericordia” – su direttive del Ministero dell’Interno.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Marzo 2016
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