Cementificazione, la provincia di Varese al quarto posto in Italia
Ogni giorno in Italia si perdono 288 ettari di terreno: 400 campi da calcio. L'allarme di Coldiretti: "L’Italia frana anche perché ha perso il 15% delle campagne negli ultimi 20 anni"
«La tutela del suolo agricolo dev’essere considerata prioritaria nell’agenda di ogni amministrazione del territorio, tanto più di una provincia come la nostra, minacciata da una cementificazione crescente, particolarmente nelle aree urbanizzate di pianura”. Lo sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Varese Fernando Fiori e Raffaello Betti a commento dei dati emersi nei giorni scorsi in occasione della presentazione del Rapporto Ispra.
«L’Italia frana anche perché ha perso il 15% delle campagne negli ultimi 20 anni per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa di 2,6 milioni di ettari di terra coltivata», spiegano. In pratica un territorio grande come la regione Lombardia è stato sottratto all’agricoltura, che interessa oggi una superficie di 12,4 milioni di ettari.
«Anche in provincia di Varese, la sottrazione di suolo agricolo ha già privato il territorio provinciale di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione: terreni fertili e di pianura, che sono facilmente accessibili ed hanno caratteristiche ottimali per la lavorazione agricola». Un fenomeno che minaccia, dunque, l’organizzazione del territorio, il paesaggio, gli ecosistemi e la produttività aziendale e proprio per questo Coldiretti lancia l’allarme: i dati elaborati dall’Istat e riferiti al 2012 rilevano come la provincia di Varese sia al quarto posto tra quelle più cementificate d’Italia, preceduta solamente dalle aree di Monza-Brianza (prima posizione), contigua all’area metropolitana di Milano (terza posizione) e della provincia di Napoli (seconda posizione).
Ogni giorno in Italia sparisce terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) e quella disponibile non si riesce più ad assorbire adeguatamente la pioggia perché siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua. Il risultato è che nel Paese 7 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben l’88% dei comuni sull’intero territorio nazionale.
«Per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono e garantirsi una adeguata disponibilità di cibo nel tempo l’Italia – concludono Fiori e Betti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola. Per fortuna, la sensibilità verso l’importanza dell’agroalimentare negli ultimi anni è profondamente cresciuta tra i cittadini che sempre più spesso sostengono con le proprie scelte di acquisto l’agricoltura ed i prodotti locali. Lo dimostra il crescente successo che a Varese riscontrano gli AgriMercati e i Punti di vendita diretta della rete Campagna Amica: autentici punti di riferimento per i cittadini che cercano prodotti a chilometro zero e che, nelle loro scelte, vogliono assicurare continuità all’agricoltura del territorio in cui vivono».
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