Da Santiago alla Tanzania, il matrimonio etico di Roberto e Miriam

Roberto Isella e Miriam Negri stanno per sposarsi e sono impegnatissimi nei preparativi, come accade a molte coppie. Ma i loro preparativi sono un po’ speciali

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Roberto Isella e Miriam Negri stanno per sposarsi.
26 anni lei e 32 lui, vivono già insieme a Varese, più precisamente a Calcinate del Pesce: Roberto lavora in BTicino, Miriam è designer in un laboratorio di gioielli a Milano. Si sposeranno il 18 giugno e sono impegnatissimi nei preparativi, come accade a molte coppie come loro. Ma i loro, sono dei preparativi un po’ speciali: per come sono nati e per dove li porteranno.

«Tutto nasce sul cammino di Santiago: abbiamo fatto la prima parte insieme, partendo da Pamplona, nel 2014 – spiega Roberto – Io però avevo solo 15 giorni di ferie, e in quel periodo siamo riusciti ad arrivare solo fino a Leon. A Leon, ci siamo separati: io sono tornato a casa, ma Miriam ha proseguito fino a Santiago e poi a Finisterre. L’anno scorso però io volevo arrivare alla fine, così sono partito da Leon per arrivare a Santiago»

«Lui voleva che lo accompagnassi, ma io mi sono rifiutata – continua Miriam – sarei stata più di impiccio che di compagnia, è un momento molto forte. Così abbiamo trovato un compromesso: io sono partita da Porto e ho percorso la “via Portoghese” per Santiago, e lui da Leon, con l’obiettivo di arrivare a Santiago insieme, e li ricongiungerci».

Ed è stato a Santiago di Compostela, quando si sono ritrovati, che è scattata la proposta di matrimonio: «L’anello di fidanzamento l’ho comprato ad Astorga, durante il cammino. Mentre camminavo raccontavo a tutti la mia storia. Il filmato della proposta l’ha fatto Cristian, un ragazzo italiano che ha fatto l’ultimo pezzo del cammino con me, e che mi ha filmato con la Go Pro».

La risposta, ovviamente, è stata sì: «Ma ci siamo cominciati a domandare subito cosa volesse dire per noi matrimonio e cosa fosse per noi la famiglia: e più che altro abbiamo trovato parole come collaborazione, condivisione, rispetto».

Ed è qui che il loro matrimonio prende una piega fuori dal normale: «Volevamo che il nostro matrimonio avesse un senso, non fosse uno di quelli dove si spende tanto e si ricevono regali che non servono – continua Miriam – Noi grazie a Dio abbiamo tutto: un tetto sopra la testa, un lavoro: non ci manca niente. Così all’inizio abbiamo chiesto di non farci regali: ma i nostri amici si sono offesi a morte. Cosi abbiamo cercato di reindirizzare i loro soldi per un progetto diverso. Quale? Per caso, dopo qualche mese è arrivata la conoscenza del Cuamm, e ci è sembrata la risposta giusta. Una nostra cara amica lavora per Dino Azzalin, dentista e presidente di Cuamm-Amici per l’Africa Varese, ed è stata in Etiopia con lui. Quando l’abbiamo incontrato per raccontargli cosa volevamo fare e che progetti avevano loro, siamo usciti d’accordo: “questo è il progetto giusto”.Una associazione con sede a Varese, che si occupa di noi nel viaggio, e con un progetto importante al quale anche i nostri amici e parenti possono partecipare con gioia».

Il progetto si chiama “Prima le mamme e i bambini” e si occupa delle mamme nel momento perinatale: cioè tra le ultime settimane di gravidanza e i primi giorni dopo il parto. Offre alle mamme assistenza gratuita e qualificata, la possibilità di scegliere un ospedale dove partorire, che da quelle parti è un’opzione quasi sconosciuta. E’ un progetto che va avanti da qualche anno e coinvolge sempre più ospedali tra l’Angola, l’Uganda l’Etiopia e la Tanzania.

«Noi andremo in Tanzania, all’ospedale di Tosamaganga – spiega Roberto – Il viaggio di nozze lì è stata una conseguenza della conversazione: noi innanzitutto gli abbiamo detto che volevamo sposarci e volevamo destinare i nostri regali all’associazione. Volevamo però coinvolgerci nel progetto, non limitarci a dare dei soldi. Considerato che noi non siamo da viaggio di nozze classico, in qualche isola esotica a prendere il sole: così è saltato fuori che avremmo potuto fare un viaggio per dare una destinazione ai soldi, vedere dove vanno e cosa succede. Toccare con mano, in nome di tutti quelli che hanno contribuito».

Per questo documenteranno con un blog il loro viaggio, dal 2 al 22 luglio. E per questo stanno coinvolgendo on line gli amici nei preparativi di questo matrimonio ad alto tasso etico con un sito, che si chiama www.soloelinicio.com.

«Abbiamo cominciato ad aggiornarlo un mesetto e mezzo fa – spiegano – noi non abbiamo idea di cosa fare esattamente, sappiamo solo come: vogliamo che ogni cosa che facciamo e che spendiamo in questo matrimonio abbia un senso. Una scelta che ci entusiasma, e adesso entusiasma anche i nostri amici. Ma è una scelta un po’ faticosa, perchè partiamo da zero e non abbiamo ipotesi già pronte, modelli da seguire. Così quando raggiungiamo un risultato ci piace farlo sapere agli amici, e ci piace anche che gli amici possano sentirsi coinvolti: darci suggerimenti, farci conoscerci persone, proporre realtà».

E così è successo per diversi particolari del matrimonio: «La festa per il matrimonio, e la cerimonia laica, la faremo alla cascina Tagliata di Bregazzana, con l’aiuto del centro Gulliver. Le fedi le abbiamo affidate a una persona che ci sta a cuore, e ha un progetto molto bello. Più precisamente è una artigiana padovana, che realizza anelli ognuno diverso dall’altro: gli racconti qualcosa di te, e lei crea il gioiello che vorresti, con materiali di riciclo (noi le abbiamo dato l’oro di casa) o non provenienti da sfruttamento delle persone. Il vestito ho deciso di realizzarlo da sola, insieme ad una amica sarda: l’idea di spendere migliaia di euro per un vestito che avrei usato una volta sola mi intristiva, così almeno avrà un senso, un ricordo di un lavoro fatto insieme ad un amica».

Ma il risultato è anche che: «Non abbiamo ancora un catering: capiamo che può sembrare assurdo, ma siamo alla ricerca di un pensiero particolare, anche in questo caso. Vogliamo rendere felici i nostri invitati, ma non vogliamo buttar via soldi inutilmente: i soldi vanno spesi se ti rendono piu ricco. Ma siamo sicuri che troveremo qualcosa di speciale anche per questo».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Marzo 2016
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  1. Avatar
    Scritto da VanniBelli

    Grazie Miriam e Roberto,
    alla faccia di chi dice che non ci sono più giovani aperti e disponibili, generosi e con occhi attenti alla realtà ed ai bisogni.
    Un bellissimo inizio per un cammino che auguro lungo e luminoso, una lezione di umile operosità a tutti noi.
    Vanni Belli

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