Il Consiglio provinciale vota la mozione congiunta sui frontalieri

Dal Tavolo dei sindaci di frontiera, che si è riunito a Villa Recalcati il 20 febbraio scorso, è emersa l’esigenza di affrontare in maniera unitaria da parte di tutte le istituzioni del territorio il tema

villa recalcati foto

Verrà votata nel consiglio provinciale convocato per domani, martedì 22 marzo alle ore 18.30, la mozione congiunta sulla questione frontalieri “Sostegno ai comuni e all’economia di frontiera nell’ambito della revisione dell’accordo Italia-Svizzera del 1974”.

Dal Tavolo dei sindaci di frontiera, che si è riunito a Villa Recalcati il 20 febbraio scorso, è emersa l’esigenza di affrontare in maniera unitaria da parte di tutte le istituzioni del territorio il tema della revisione del trattato Italia svizzera del 1974.

Dal 20 febbraio si è attivato un gruppo di lavoro composto da Provincia, Associazione dei Comuni di frontiera e Comunità Montane per redigere un documento condiviso utilizzando come punto di partenza le mozioni presentate a inizio febbraio dai gruppi consigliari provinciali Lega Nord, Civici democratici e Insieme per una provincia civica. Il frutto di questo lavoro è la mozione sottoscritta da tutti i capigruppo provinciali, che andrà in votazione domani e sarà a disposizione di tutti gli enti che vorranno farla propria nei rispettivi consigli comunali.

L’obiettivo è quello di salvaguardare l’economia di frontiera, tramite il mantenimento del sistema dei ristorni per i comuni e adottare una modalità di tassazione che non vada a penalizzare i lavoratori frontalieri.

L’intero consiglio provinciale con tale mozione chiede a Governo e Parlamento:

di rispettare l’accordo del 1974 secondo il quale si provveda ad assicurare ai Comuni di frontiera l’equivalente dell’attuale ristorno delle imposte versate dai lavoratori frontalieri; che la legge di ratifica recepisca l’attuale meccanismo di redistribuzione dei ristorni a Comuni, Comunità Montane e Province/Enti di area vasta; che venga previsto un Comitato di gestione dei fondi derivanti dalla tassazione dei lavoratori frontalieri e nel quale siano rappresentati gli enti beneficiari dei fondi stessi; di prevedere con l’eventuale extra-gettito, derivante dall’entrata a regime del trattamento fiscale IRPEF dei frontalieri, la costituzione di un fondo destinato a potenziare le infrastrutture nelle zone di confine e di un fondo sociale per i territori interessati; di prevedere un Comitato di gestione per ciascun fondo costituito con l’eventuale extra-gettito in seno al quale siano rappresentati gli enti beneficiari dei fondi stessi; di adoperarsi per un costante coinvolgimento delle istituzioni locali interessate; di adoperarsi affinché le modalità e le tempistiche relative all’armonizzazione fiscale garantiscano adeguata e sostenibile gradualità modulata temporalmente in un periodo non inferiore ai 15 anni e che esse inizialmente non comportino aggravi per i lavoratori frontalieri «entro fascia» e siano disciplinate, per quanto di competenza dal Governo italiano, nel disegno di legge di ratifica dell’accordo tra Repubblica italiana e Confederazione elvetica; di adoperarsi affinché venga prevista l’estensione della franchigia per i lavoratori frontalieri prevista dalla legge stabilità 2015 in termini di permanente agevolazione Irpef anche ai lavoratori frontalieri presenti all’interno della fascia di 20 km dal confine italo-elvetico; di costituire un tavolo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e l’INPS sull’utilizzo delle risorse del fondo costituito ai sensi della legge n. 147 del 1997 finanziato con i contributi di disoccupazione pagati dai frontalieri in Svizzera e da questa ristornati all’Italia; di richiedere alle competenti autorità federali e cantonali svizzere specifiche assicurazioni tendenti ad escludere qualsiasi iniziativa discriminatoria e lesiva nei confronti di cittadini italiani occupati in Svizzera e di aziende italiane interessate al mercato elvetico.

Sulla questione, appoggiata in modo bipartisan, il consigliere leghista di opposizione Giuseppe Longhin, spiega di apprezzare il fatto di aver dato seguito alla mozione inerente la tutela dei frontalieri da me presentata il 9 febbraio, però aggiunge «non apprezzo il voler mettere un “cappello” all’iniziativa convocando questa sera, il giorno prima dell’approvazione in consiglio provinciale, i sindaci alla sola presenza del presidente Vincenzi per presentare la mozione che tra l’altro manca di un punto fondamentale e cioè il coinvolgimento di regione Lombardia. Ritengo questa ennesima prevaricazione poco seria nei confronti della mia apertura alla condivisione anche come primo firmatario della mozione».

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Pubblicato il 21 Marzo 2016
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