Linda Fregni Nagler e Paola Pivi: focus sul lavoro di due fotografi in Triennale

Ancora pochi giorni per "Ennesima" la mostra alla Triennale di Milano

Arte - Mostre

La Galleria della Triennale di Milano si trova al piano terreno di un palazzo che fa di per sé storia: il Palazzo dell’Arte, progettato e costruito nei primi anni Trenta dall’architetto Giovanni Muzio.
Qui, tra le diverse esposizioni in corso c’è una collettiva sull’arte italiana che sta per chiudersi, domenica prossima 6 marzo: “Ennesima”, la quale offre l’opportunita di un focus sulla ricerca di due interessanti artisti: Linda Fregni Nagler e Paola Pivi.

La Fregni Nagler, del tutto incidentalmente ma significativamente, fa parte del selezionato paniere di artisti seguiti da una importante sede espositiva che opera tra Milano e la Svizzera di lingua italiana: la Galleria Monica De Cardenas. Nata a Stoccolma nel 1976, la Fregni ha un diploma in fotografia cinematografica ottenuto a Cuba ed uno in arti visive presso la Fondazione Ratti di Como. Sì è poi diplomata in Pittura a Brera, vive quindi e lavora a Milano. A giorni esporrà alla Biennale di Innsbruck che si apre il 9 marzo, mentre ha esposto alla collettiva fotografica The Camera’s Blind Spot III , che si è appena conclusa a Palazzo de’ Toschi a Bologna. Nel 2015 ha inoltre esposto al concorso ArtLine, a Palazzo Reale di Milano, risultando tra gli otto vincitori che avranno una loro opera nel nuovo “Parco d’Arte Contemporanea” del quartiere di CityLife, a FieraMilanoCity. Biografia dunque di tutto rispetto per la quarantenne italo-svedese, che tuttavia non sorprende se consideriamo l’evidente qualità del lavoro esposto in Viale Alemagna: una serie di cinque piccole stampe alla gelatina d’argento intitolata “Snow and Rain”, scatti ispirati, anche nel soggetto, dalle tecniche fotografiche giapponesi di inizio Novecento.

Il lavoro di Paola Pivi (1971) è invece rappresentato dalle gallerie di Massimo De Carlo a Milano e Londra, nonché dalle Galerie Perrotin di New York, Parigi e Hong Kong. La Pivi, milanese doc, ha già una voce nel “Lessico del XXI secolo” di Treccani e per farsi un’idea della qualità della sua ricerca basta dare un’occhiata al suo sito web.
La milanese non è di per se stessa, una fotografa pura, ma fissa le sue opere attraverso la fotografia. Nell’estate del 2012 ha esposto la sua opera “How I roll”, un aeroplano rovesciato, nell’angolo sud-est di Central Park, a metà strada tra il MoMA ed il Metropolitan Museum di New York.
E’ poi nota per il lavoro sugli orsi, ispirati forse dalla sua vita ad Anchorage, in Alaska: di effetto, sul web, è il suo video del 2013, dove l’artista presenta personalmente, sia pur in lingua inglese, le sue riproduzioni di orsi polari fluorescenti per Perrotin.
In Triennale la Pivi è invece molto meno vistosa, ma resta provocatoria con un soggetto apparentemente destinato a suscitare solo ilarità: la fotografia di un asino in barca. Risate a parte, che ci stanno benissimo, questo si pone come un tema mitologico importante, che sarebbe piaciuto molto a Collodi e ad Apuleio, sul mare, mentre forse Thoreau e Dante avrebbero preferito uno specchio d’acqua dolce, più vicino ai Latini.
La marca del motore marino nella foto dell’Asino, che non si legge, ma si intravede, suggerisce inoltre un possibile, sebbene sicuramente occasionale, tema comune con il lavoro della Nagler, anche se andrebbe approfondito nelle sue sfumature: il tema dell’Oriente.

 

Galleria dellaTriennale
Viale Alemagna 6
Milano
Orari: da martedì a domenica dalle 10.30 alle 20.30
Il sito

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Pubblicato il 04 Marzo 2016
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