Nursind ricorre alla Corte europea per il mancato rinnovo dei contratti

Il Nursind promuove il ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego.

infermieri

Nursind, sindacato rappresentativo del comparto sanità è promotore dell’iniziativa che, attraverso il ricorso vinto presso la Corte Costituzionale dalla FLP (Federazione Lavoratori Pubblici) e FGU (Federazione Gilda Unams), mira a ottenere la condanna del Governo a risarcire i ricorrenti per il mancato rinnovo dei contratti dal 2010 al 2015 e la mancata riapertura dei tavoli contrattuali con adeguate risorse proprio a partire la mese di luglio 2015 come previsto dalla stessa sentenza della Corte Costituzionale: « Ricordiamo che la Legge di stabilità 2016 stanzia la cifra irrisoria di 5 euro lordi mensili! » commenta il sindacato che prosegue: « Un indennizzo monetario che si stima essere superiore ai 5.000 euro per i dipendenti del comparto e ben più alto per l’area dirigenziale. Un ricorso che prevediamo possa avere il suo esito entro due anni e che è direttamente esecutivo chiamando in causa direttamente il governo a risarcire quei lavoratori che faranno ricorso attraverso questa iniziativa.

Una iniziativa che assume un duplice valore sindacale:

• La difesa dei diritti dei lavoratori pubblici contrattualizzati ad avere un rinnovo del contratto e un adeguamento salariale in linea con gli indici stabiliti dalle parti;

• La difesa del valore del sindacato quale organo di rappresentanza di un gruppo organizzato di lavoratori, valore di rango costituzionale riconosciuto proprio nella sentenza della Corte Costituzionale n. 178/2015 che è alla base del ricorso che presenteremo alla CEDU.

La dignità dei lavoratori pubblici richiede oggi più che mai una tutela sindacale determinata e le federazioni costituenti la CGS, con questa iniziativa, dimostrano di  voler rendere concreta questa tutela attraverso tutte le strade che le relazioni sindacali e il diritto le consentono.

Purtroppo la situazione economica dei conti pubblici e il contesto internazionale non lascia ben sperare sulla volontà del Governo di aggiungere adeguate risorse economiche nella prossima legge di stabilità per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Procediamo quindi verso una esigibilità dei diritti anche oltre la Corte Costituzionale costringendo il Governo a pagare direttamente ai lavoratori il danno derivante dal mancato rinnovo dei contratti.

A giorni sarà disponibile tutto il materiale necessario per procedere singolarmente al ricorso e saranno spiegate le modalità di adesione che sarà aperta a tutti i lavoratori del pubblico impiego. La macchina organizzativa si è già messa in moto in quanto i ricorsi dovranno essere depositati presso la Corte dei Diritti dell’Uomo entro i limite massimo di sei mesi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Marzo 2016
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