Il presidente del Tribunale: “Busto è in prima linea per il processo telematico”

D'Avossa precisa che la motivazione del rigetto dell'ingiunzione di pagamento non è legata alla mancanza di copie cartacee ma bacchetta il giudice: "Il suo operato è comunque discutibile"

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Il presidente del Tribunale di Busto Arsizio Edoardo D’Avossa interviene in merito all’articolo pubblicato venerdì in merito alla sentenza di un giudice che chiedeva il deposito delle copie cartacee ad un cittadino che aveva chiesto – inviando i documenti solo in via telematica – un ingiunzione di pagamento per riscuotere un credito.

«Mi rendo conto che la motivazione singolare con la quale è stato ordinato il deposito delle copie cartacee abbia stimolato commenti di ogni genere, ma gli stessi hanno integralmente travisato la verità dei fatti, in quanto difetta qualsiasi connessione tra la parte dell’ordinanza che riguarda il merito del provvedimento, cioé il rigetto della richiesta di provvisoria esecuzione, e la parte che ordina il deposito delle copie cartacee».

Il giudice in questione, infatti, nella prima parte dell’ ordinanza «ha evidenziato che non esisteva corrispondenza tra la somma richiesta con il decreto ingiuntivo e gli importi indicati nei preventivi depositati – prosegue D’Avossa – , precisando comunque, sulla base di un consolidato orientamento della Corte di Cassazione, che la fattura è documento idoneo per la concessione del decreto ingiuntivo, ma non costituisce prova del credito ed ha quindi rigettato la richiesta di provvisoria esecuzione».

Il presidente del Tribunale bustocco affronta la questione (questa sì riportata fedelmente negli interventi sulla stampa) delle copie cartacee definendo l’ordine di deposito «motivato in maniera inutilmente colorita».

D’Avossa non manca di bacchettare l’operato del giudice sottolineando che quella modalità « non corrisponde minimamente alla posizione del Tribunale sul Processo Civile Telematico, e posso documentare tale affermazione richiamando il protocollo stipulato con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio, nella cui ultima stesura è espressamente escluso l’obbligo del deposito delle copie cartacee, a differenza di quanto previsto – credo – nella totalità dei protocolli stipulati da vari uffici giudiziari sul tema».

Il Tribunale di Busto, prosegue nella nota «è un convinto assertore della bontà dell’introduzione del processo civile telematico e della sua ineliminabile funzione di assicurare mezzi utili alla velocizzazione del processo con il conseguente miglioramento dell’attività di avvocati, giudici e cancellieri. E’ stato istituito un tavolo di confronto con l’Ordine degli Avvocati che ne segue ogni possibile evoluzione; analizza periodicamente i problemi che talvolta ne derivano e soprattutto valuta insieme le possibilità di facilitarne e diffonderne sempre più l’uso. In tale ottica, oltre alla stipulazione del suddetto protocollo, il Tribunale ha partecipato ad incontri locali su questi temi, ha predisposto un servizio per assistenza agli utenti ed ha previsto di escludere dalle nomine i Consulenti Tecnici che non si avvalgono del sistema telematico. In definitiva il Tribunale di Busto Arsizio non può essere in alcun modo iscritto alla categoria degli uffici che boicottano o che pongono ostracismo all’uso del questo sistema e l’ordinanza di un singolo giudice, certamente discutibile, sul punto in esame, e che va, comunque, ricondotta al suo reale contenuto, non può certo costituire dimostrazione di un diverso atteggiamento da parte dell’intero ufficio giudiziario».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Aprile 2016
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