La Lega dal prefetto per chiedere più controlli sui rifugiati
Emanuele Monti, Giampiero Reguzzoni e Giuseppe Longhin denunciano il pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata. Monti: «In provincia di Varese il business dell'accoglienza vale 16 milioni di euro»
Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega Nord, Giuseppe Longhin, consigliere provinciale di Cavaria con Premezzo, e Gianpiero Reguzzoni, vicesindaco di Busto Arsizio e leghista di lungo corso hanno avuto un incontro con il prefetto Giorgio Zanzi sulla questione rifugiati. «La nostra iniziativa – spiega Giuseppe Longhin – nasce da un fatto preciso accaduto recentemente, quando 40 profughi da Somma Lombardo hanno raggiunto in gruppo Villa Recalcati per protestare. Un fatto preoccupante, perché rivela un mancanza di controlli adeguati lungo tutto l’arco della giornata come ci è stato confermato dal prefetto. Quindi esclusi i controlli della mattina alle otto e della sera alle dieci, per il resto della giornata nessuno sa cosa facciano».
Gli amministratori legisti contestano anche la scarsa volontà degli stessi rifugiati di integrarsi. «A Somma Lombardo su quaranta profughi – continua Longhin – solo in quattro hanno frequentato i corsi di lingua italiani e quelli profesionali. Inoltre, su 1200 persone arrivate in provincia solo 40 sono donne. Quindi è molto probabile è che si tratti perlopiù di migranti economici mentre solo il 30% è riconducibile allo stato di rifugiato».
Secondo Emanuele Monti un problema reale che dovrebbe preoccupare amministratori e cittadini è l’infiltrazione delle organizzazioni criminali nel business dell’accoglienza. «Come componente della Commissione antimafia – ha detto il consigliere regionale leghista – sono al corrente sui dati e sullo squilibrio tra una domanda e un’offerta che mette a rischio il sistema. È una torta molto ricca che in provincia di Varese vale 16 milioni di euro e che può contare su un’offerta insufficiente: su 100 profughi che arrivano l’offerta è di 90 posti che vengono subito saturati. Una condizione allettante per chi si inserisce in questo meccanismo perché non c’è nessun meccanismo di concorrenza come invece dovrebbe essere per chi offre dei servizi».
Nel colloquio con il prefetto Zanzi si è parlato anche di potenziamento delle forze dell’ordine per monitorare il flusso e soprattutto il movimento dei migranti. «La “marcia” dei 40 profughi in prefettura – spiega Monti – ha avuto contemporaneamente due episodi analoghi in altre province. Quindi crediamo che ci sia stata una volontà comune e condivisa, una strategia. E le prefetture sono state lasciate sole a combattere questa guerra che non è una guerra tra poveri».
Secondo Monti, occorre riequilibrare le quote di accoglienza con le altre regioni, considerato che la Lombardia oggi ha una quota del 20%. «Con oltre 1200 profughi – ha concluso Reguzzoni – non è stata data una risorsa in più al nostro territorio per gestire questa situazione. La nostra preoccupazione è che dentro questo meccanismo ci sia un business incontrollato e soprattutto il rischio che la mancanza di controlli adeguati generi problemi ben più gravi. Sono temi che abbiamo fatto presente già nella conferenza Stato Regioni nel novembre di due anni fa, ma niente si è mosso».
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