Moutaharrik e Kahchia, dal sogno di andare in Siria alla poesia bomba

Il primo combatteva sul ring con la divisa dell'Is, il secondo ha iniziato la radicalizzazione dopo la morte del fratello in Siria. Prima progettano di partire e poi si fanno convincere a colpire in Italia

Terrorismo internazionale, sei arresti

Moutaharrik e Kahchia si conoscono per via del fratello di quest’ultimo, Oussama morto in Siria nel dicembre del 2015 dopo essere stato espulso dall’Italia e dalla Svizzera. Le indagini della Digos ricostruiscono ogni passaggio di questa loro conoscenza e di questo crescendo di esaltazione per il jihaidismo, fino al punto che si rende necessario l’intervento per evitare che l’escalation finisse in tragedia. Ecco la ricostruzione.

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Terrorismo, sei arrestati. Uno è di Varese 4 di 13

Moutaharrik lavora come operaio alle dipendenze di un’azienda che produce macchine per panifici in provincia di Lecco. Coltiva da anni la pratica dell’arte marziale della “kickboxing” arrivando ad un livello di semiprofesisonismo. Già dal 2013 e con frequenza si recava nella vicina Svizzera al “Fight Gym Club Lugano”, con sede a Canobbio (Lugano) per allenarsi alla Kickboxing.

Nel tempo è divenuto un atleta semi-professionista di questa disciplina e sino al 22 settembre 2015 ha gareggiato, anche in competizioni di livello internazionale, per il gruppo sportivo “Fight Gym Club di Lugano”. I suoi incontri erano pubblicizzati su un profilo facebook apposito dove è possibile vederlo combattere negli incontri di lotta con alcuni dei simboli dell’islamismo radicale. Come nel caso rilevato nel 2015 in cui Abderrhaim ha “postato” una sua immagine, tra le altre di analogo tenore, che lo ritrae durante una competizione sportiva mentre sale sul ring indossando una maglia con il logo del “daesh” .

Oltre alla grande amicizia con Mohamed Koraichi cui, come si dirà in seguito, Moutaharrik si rivolgerà per ottenere l’autorizzazione/raccomandazione per aderire all’IS e recarsi nei territori da esso controllati, ha dimostrato di avere un rapporto quasi fraterno anche con il “varesino” Oussama Kahchia, foreign fighter partito dalla Svizzera per la Siria e deceduto in Iraq, probabilmente nella città di Ramadi durante un raid aereo operato dalla coalizione nei confronti dei miliziani del cosiddetto “califfato”.

L’amicizia tra Moutaharrik, Abderrahmane Khachia e Mohamed Koraichi (in Siria con la moglie Alice Brignoli e i tre figli dal febbraio 2015) è peraltro emersa in maniera incontrovertibile dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Grazie all’attività di indagine sono stati verificati, infatti, i continui contatti tra loro in uno sviluppo velocissimo, immediatamente dopo la notizia del decesso di Oussama – nei quali hanno manifestato la chiara volontà di aderire all’IS per commettere atti di violenza terroristica, nei territori occupati o in Italia, cercando contatti per ottenere le dovute autorizzazioni (tazkia) per il viaggio verso il Daesh, con esito assolutamente positivo grazie proprio a Mohamed Koraichi.

In uno dei dialoghi intercettati in auto tra i due

Khachia dice: «Giuro me lo diceva mio padre, devi scegliere la tua strada (di Dio), lui l’aveva già scelta..mel1o male che ci siamo svegliati, lui diceva che è uscito dal buio e ha trovato la luce, noi eravamo sulla brutta strada, eravamo presi, meno male che Dio ci ha svegliati e ci ha messo in questi tempi, tempi di divertimento ad uccidere».
Moutaharrik gli risponde: «Ci sono tante, tante storie, amico mio io una volta mi sono alzato e messo a progettare . Ho detto che voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere, ndr) [l’ambasciata di] Israele a Roma».
Khachia: «Cosa.. il conso ..»
Moutaharrik Abderrahim: «Siì… l ‘Ambasciata. .. e sono andato da un ragazzo albanese a Varese e gli ho detto di procurarmi una pistola, la volevo comprare da lui e forse lui si è insospettito di me e mi ha girato le spalle, quante volte l’ho chiamato ma mi ha trovato la pistola, mi ha trovato la pistola, ma lui …..».
Khachia: «uno deve presentare qualche cosa per la sua religione, per il suo Dio, anche io lo penso. Moutaharrik: «questo che ti dicevo era nell’anno 2009».

Abderrahmane e Moutaharrik non fanno altro che parlare, nei vari incontri a Lecco o a Varese, su come ottenere la tazkia (l’approvazione a recarsi in Siria) e come raggiungere Daesh, anche in Libia. Abderrahmane cita una conoscenza in comune tramite facebook con un uomo che sta in Turchia e facilita gli ingressi nei territori del Califfato, Moutaharrik segue la pista dell’amico Koraichi che è già in Siria con la famiglia.

E proprio da lui ottengono la tanto agognata tazkia dopo che la moglie di Moutaharrik, Salma Bencharki, si è attivata per ottenere un finanziamento dalla Deutsche Bank intestandolo al marito, cui comunica l’esito positivo della pratica, siamo a fine febbraio.

A quel punto Salma chiama la sorella di Koriaichi, Wafa, e le chiede di far ottenere al marito la tazkia tramite il fratello in Siria.

Salma: si, la prossima volta quando ti senti con tuo fratello, salutalo tanto e anche Alice tanto e digli che anche Abderrahim lo saluta tanto e digli questa parola, la capirà e saprà il significato. Digli che Abderrahim vuole la Tazkia
Wafa: cosa?
Salma: Digli che Abderrahim vuole la Tazkia e basta
Wafa:ok glielo dico
Salma:ok? e lui capisce cosa vuol dire

Proprio quando ormai i preparativi fervono per la partenza ecco che arriva il messaggio del principe (lo Sheiko), sempre tramite whatsapp, un messaggio audio che incita Abderrahaim a colpire lì dove si trovano, in Italia, paese dei crociati. Ecco un brano di quello che dice

vi ricordo le parole del Sheiko al Adnani Shami che Dio lo protegga quando ha detto “l’operazione del lupo” significava per questo “ifratelli uniti per combattere i nemici di Dio, nei paesi cristiani e un ‘unica operazione ci soddisfa di più di decine di bombe, ci fa vedere più benedizione e più impatto a creare sofferenza dei nemici di Dio, se state soffrendo, soffriranno come voi. Sperando da Dio quello che non sperano loro. Grazie a Dio abbiamo sentito le operazioni che SOllO state in Francia, operazioni dell’invasione della Francia, di Parigi, benedetta da Dio, le invasioni in Belgio, in America, all’est ed a l’ovest, grazie a Dio. Sarete di quelli che auspicano a fare questo bene li nei paesi dei cristiani, a Roma, in Italia, in Spagna, in Francia Cristiana, in Inghilterra cristiana, maledizione di Dio su di loro tutti insieme. Maometto disse “chi combatte per Dio sopra il cammello, l’aspetta il paradiso” il significato di “sopra il cammello” la quantità d’acqua che beve il cammello.

Poco dopo ricevono anche la cosiddetta “poesia bomba”, una sorta di cantilena che incita i due a colpire come lupi solitari in Europa e in particolare in Italia. La poesia fa parte dell’indottrinamento a cui erano sottoposti i due dal loro amico Koriaichi, parole che i due ascoltano con grande gioia ed esaltazione. Tanto da costringere gli investigatori a chiudere le indagini e ad eseguire gli arresti, prima che potesse succedere l’irreparabile.

Ascolta lo Sheico Colpisci! dalle tue palme, eruttano scintille, e sgozza, che con il coltello, è attesa la gloria, fai esplodere la tua cintura nelle folle dicendo “Allah Akbar”! colpisci! (esplodi!) come un vulcano, agita chi è infedele, Affronta la folla del nemico, ringhiando come un fulmine, pronuncia ”Allah akbar” e esploditi! o leone! che non si abbassa (non si piega), questa é la brigata della gloria, che vince, questo é il nostro califfato, ritorna in cima, ridà all’islam la sua gloria, i suoi battaglioni che hanno scosso le vicinanze e sono andati ad annientare gli infedeli senza cedere. Cancellare i confini che ci hanno decimato e riunirci dopo lo spargimento e l’allontanamento, in ogni paese fortemente e concedere al falco gli eroi dei nemici. Oh stato islamico! accendi il fuoco sulla folla affluente, versa sulla testa del crociato granate, non aver mai pietà finché non si spezza, nessuna vita tranne quella di un popolo che ha combattuto (Jihadista) per Dio ,il suo vero combattimento o come ha ordinato, guadagna il paradiso, come i primi combattenti e vai verso, oh Abderrahim, la gloria! che chiama chi va verso essa. Grida Allah akbar”

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Aprile 2016
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