Alfieri, Fiano e Astuti spiegano i motivi del sì al referendum

L'evento del Pd Lombardia per spiegare il referendum costituzionale di questo autunno e lanciare la raccolta firme

emanuele fiano

Una serata al De Filippi per discutere dei contenuti della riforma e iniziare ad impostare il percorso verso la scadenza del referendum. Il Partito Democratico della Lombardia scende nei territori con un tour in tutte le province e ieri sera la tappa è stata Varese, insieme all’onorevole Emanuele Fiano, il consigliere regionale Alessandro Alfieri, il segretario provinciale Samuele Astuti e il costituzionalista Edoardo Raffiotta.

“Questo voto segna una svolta perché è la prima volta che un’istituzione così grossa riesce a riformare se stessa”, ha introdotto Astuti, prima di cedere la parola ai relatori che hanno dato le loro motivazioni al perché al referendum di questo autunno bisogna votare di sì.

Alessandro Alfieri ha ricordato l’appuntamento di Bergamo con il premier Renzi che ha quindi voluto dare un segnale importante nella fase di avvio della raccolta delle firme per arrivare a quota 500 mila (numero necessario per chiedere il referendum) e ha annunciato che già da oggi in tutta Lombardia sono oltre 200 i banchetti nelle piazze. “Il Parlamento ha deciso e ora è il momento per i cittadini di dire la loro. Da qui a ottobre abbiamo l’occasione di discutere e approfondire. Il primo dato è che la politica è in grado di auto-riformarsi. Il Pd spenderà energie sul territorio ma non basta, occorre la mano di tutti. Discutiamo di contenuti che penso faccia bene alla politica”.

Emanuele Fiano, che ha partecipato attivamente alla stesura della riforma in qualità di capogruppo del Pd in Commissione Affari Costituzionali, ha parlato dei benefici che una riforma come questa porterebbe al Paese non soltanto sul piano nazionale ma anche a livello europeo (citando la Spagna e la Grecia come casi dai quali non prendere esempio) e delle relazioni internazionali (“stabilità, credibilità ed efficenza dei tempi decisionali”), commentando: “La domanda fondamentale per questo dibattito è se questo paese possa diventare migliore con questa riforma costituzionale e noi pensiamo di sì. Ho studiato le argomentazioni del no tra cui quelle di autorevoli costituzionalisti come Zagrebelsky e e Onida e le trovo deboli”.

Raffiotta, uno dei costituzionalisti che si è messo a disposizione per andare in giro a raccontare la riforma anche a livello tecnico, ha argomentato: “Si tratta di un’opportunità unica per lo sviluppo del nostro paese. Non si tratta della riforma del governo o della maggioranza perché anche secondo quanto prevede l’articolo 138 della Costituzione, questo processo di riforma è cominciato con un alto consenso mantenuto nel tempo. La prima parte non viene toccata anzi forse rafforzata. La seconda parte dedicata ai poteri dello Stato viene modificata profondamente nelle cosiddette ‘tre pagine bianche’ della costituzione ovvero il bicameralismo, la forma di governo e il capitolo regioni. La mia è una provocazione: il pericolo ‘deriva autoritaria’ ce l’abbiamo oggi con la dittatura delle minoranze”

Presenti all’incontro numerosi sostenitori del partito e i deputati Maria Chiara Gadda e Angelo Senaldi.

David Mammano
david.mammano@gmail.com
Pubblicato il 21 Maggio 2016
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