Storie di Imprese

Artes, attaccati all’impresa


L'azienda di Arcisate è piena di attenzioni, dai benefit ai collaboratori, al rispetto per l'ambiente

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Giunta alla sua seconda generazione la Artes di Arcisate è un’azienda modello del nostro territorio. Un’eccellenza in grado di offrire prodotti ad alto valore qualitativo e allo stesso tempo capace di pensare a se stessa come ad una “grande famiglia”. I suoi soci titolari sono Paolo Belloni, Alessio e Claudio Bernasconi, Mauro e Luca Airoldi. Proprio quest’ultimo ci ha aperto le porte dell’azienda per raccontare questa interessante realtà produttiva.

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Ingegner Airoldi, quando nasce la Artes?

«La Artes nasce ad Arcisate nel 1973, ed il suo capannone è stato il primo costruito in quella che oggi è una importante zona industriale. I suoi fondatori sono mio padre Ugo, mio zio Enzo, Romolo Belloni e Alessio Bernasconi (quest’ultimo, classe 1926, ancora presente in azienda ndr.). Prima del 1973 l’azienda esisteva ma produceva etichette non adesive. Solo in seguito ad approfondite indagini di mercato effettuate in Italia e all’estero i soci fondatori ebbero l’intuizione di dedicarsi al settore delle etichette autoadesive».

Perché le etichette autoadesive sono così importanti e che informazioni devono contenere oggi?
«Le etichette autoadesive vengono utilizzate per dare evidenza ai prodotti. Inoltre riportano tutte le informazioni obbligatorie per legge e rivolte ai consumatori. È un settore estremamente dinamico come dimostra l’affermarsi delle etichette autoadesive anticontraffazione, quelle olografiche che tutelano il prodotto e allo stesso tempo danno garanzia di affidabilità a chi li compra, o quelle multistrato che contengono più informazioni su diversi “fogli”».

Chi sono i vostri clienti? E quanta parte occupa l’export?
«Serviamo i più svariati settori, dall’alimentare all’elettronica, dagli elettrodomestici al settore chimico e farmaceutico, fino alla cosmesi, all’industria del giocattolo e alle più disparate piccole imprese. Per quanto riguarda l’export circa il 10 per cento della nostra produzione è destinata ad aziende multinazionali. Il resto sono aziende italiane distribuite principalmente nel Nord Italia.

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Quante etichette escono dagli impianti dell’Artes di Arcisate?
«Diciamo che annualmente trasformiamo attorno ai dieci milioni di metri quadrati di materiale autoadesivo all’anno, pari a circa 2 miliardi di etichette».

Numeri impressionanti. Come siete riusciti a mantenervi al passo con i tempi?
«Investendo su noi stessi e sui nostri collaboratori. Un tempo avere una macchina che stampava etichette autoadesive a sei colori era una delle massime pretese del mercato. Oggi disponiamo di macchine che stampano a 12 colori, in più l’avvento della computer grafica ha aperto nuovi orizzonti alle aziende. Noi abbiamo saputo cogliere queste trasformazioni non solo dotandoci delle migliori tecnologie, ma anche inserendo un reparto di grafica interno e continuando ad aggiornarci sui materiali, le colle e gli inchiostri adatti ai più svariati impieghi e alle condizioni più diverse».

A proposito di tecnologie, può descriverci cosa mettete a disposizione dei vostri clienti? 

«Innanzitutto il nostro studio grafico, che produce cliché (lastre da stampa ndr.) con macchinari laser altamente performanti. Poi utilizziamo software specifici per la progettazione e la realizzazione delle etichette autoadesive e macchinari per la stampa flessografica in cui le lastre da stampa a rilievo vengono inchiostrata da rulli anilox che traferiscono l’inchiostro sul materiale adesivo. Attualmente questa è la migliore tecnologia per rapporto qualità prezzo a disposizione sul mercato. Infine le macchine del reparto produzione sono rinnovate periodicamente, l’ultima è stata acquistata qualche mese fa. Un nostro punto di forza è anche stato l’investimento in sistemi di controllo al 100%, con telecamere ad alta risoluzione che ci permettono di offrire alla nostra clientela un prodotto finale privo di difetti».

I vostri risultati in termine di fatturato vi hanno permesso di erogare un premio di produzione annuale a tutti i vostri dipendenti, perché avete deciso di applicare questa politica aziendale?
«In Artes siamo un team affiatato di circa 60 persone. Così abbiamo deciso di premiare l’efficienza del personale avviando una contrattazione con la Rsu aziendale per stabilire una serie di premi legati ai risultati. Uno fisso, valido per tutti i dipendenti ed erogato a fine anno e uno variabile, legato alla presenza del lavoratore in azienda. Cosicché in totale un nostro dipendente può arrivare a percepire un premio totale di circa 1.000 euro».

Avete previsto alti benefit?
«Sì, ai nostri collaboratori riconosciamo i buoni pasto, sempre legati alle giornate lavorate, per un valore di 5 euro e 29 centesimi al giorno e inoltre a fine anno eroghiamo a ognuno un bonus spesa per un valore di 250 euro».

Come valutate le misure attuate dal governo a favore delle imprese e cosa vi aspettate dal 2016?
«Recentemente abbiamo utilizzato la nuova Sabatini e anche la decontribuzione prevista dal Jobs Act per le nuove assunzioni, anche se nel nostro caso non è stata determinante. Per l’anno in corso non ci aspettiamo nessuna crescita significativa dato che siamo legati a doppio filo all’industria, che nel 2015 si è mossa bene. I problemi invece rimarranno quelli di sempre, in particolare quelli legati al costo del lavoro e alla tassazione».

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Quale imposta ritenete ingiusta?
«Soprattutto l’Irap, messa a punto in anni in cui si voleva colpire chi non pagava le tasse, oggi per fortuna è stata in parte rivista, ma andrebbe abolita. Non è accettabile che alcune aziende debbano rivolgersi ad istituti di credito per pagare le tasse».

Ultima domanda, vi considerate un’azienda che pensa all’ambiente?
«In effetti sì. A fine 2013, attraverso il quinto conto energia, abbiamo installato un impianto di pannelli fotovoltaici di oltre 300 Kw che oggi soddisfa circa il 50% del nostro fabbisogno energetico. Inoltre siamo stati i primi in Italia ad aderire a un’iniziativa promossa da un nostro partner che ci ha proposto di convertire i nostri scarti di lavorazione in CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti) per i cementifici del territorio, anziché in “ecoballe” che andrebbero ad aumentare il volume smaltito nelle discariche. Infine scegliamo di utilizzare materiali prodotti con cellulosa derivante solo da foreste certificate, per cui ad ogni albero abbattuto ne corrisponde uno piantato».

Artes srl
via Cavour 90, 21051 Arcisate (VA)
tel. 0332 471075
fax 0332 474083
info@artesetichette.it
www.artesetichette.it

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Maggio 2016
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