Dopo otto anni di comunità chiude la Libreria Pagina 18
Un grosso cantiere fa ulteriormente diminuire i clienti. Giunge al termine l'esperienza della realtà indipendente che portò alla nascita di un azionariato popolare
Giunge al termine l’esperienza della Libreria Pagina 18, realtà indipendente che si è scontrata negli anni con l’arrivo dei grandi marchi in città e che è sopravvissuta grazie a un azionariato popolare con 35 soci. I fondatori Carla Pinna e Giulio Bonetti raccontano l’accaduto con l’amarezza nella voce, ma giurano che l’esperienza non è finita, non gettano la spugna: hanno in serbo altri progetti, ma ci vorrà del tempo per attuarli, per far vivere ancora il progetto culturale nato con il “Cafè letterario”.
«In questi anni abbiamo coinvolto la città, abbiamo fatto crescere una comunità intorno a questa realtà – racconta Giulio -. Incontri per tutte le età più volte la settimana, presentazioni, laboratori per grandi e piccoli. Ma tutto questo non è bastato. Realizzare un progetto culturale come questo a Saronno è complicato. L’anno scorso abbiamo avuto un consistente calo di vendite, e a questo si è aggiunto il cantiere che hanno appena aperto qui vicino e che prevede una durata di lavori tre anni. La gente non passa volentieri. Inoltre è previsto il passaggio di oltre duemila camion in questo periodo e la gente è letteralmente sparita».
Adesso il Cafè Letterario nato dal recente trasloco vicino a Palazzo Visconti è stato messo in liquidazione. La Libreria chiuderà a luglio e fino ad allora sono stati messi in forte sconto i libri presenti in magazzino.
«Il nostro progetto culturale non muore di sicuro – spiega Giulio -, dobbiamo solo cambiare formula. Se dobbiamo stare qui a soffrire, non ne vale la pena. Ragionando con Carla abbiamo pensato di non far morire la Libreria: vogliamo dedicarci a bambini e benessere, con laboratori e corsi, quello che abbiamo sempre fatto ma più specifico. Stiamo studiando e lavorando per realizzare questo progetto. Qui a saronno è impossibile continuare, sia per calo di vendite, sia per la situazione culturale della città».
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“sia per la situazione culturale della città”
c’è da aggiungere? La città dormitorio per eccellenza. Snaturata di sé e cementificata all’inverosimile tanto che il termine “Saronizzazione” fa solo venire in mente oscuri presagi.