Fabbrica dei materiali antieconomica? Comitati sul piede di guerra
I comitati contestano lo studio che ha bocciato l'idea di una fabbrica dei materiali da realizzare al posto dell'inceneritore: "Incongruenze e informazioni errate"
E’ il comitato Rifiuti Zero a racchiudere in una stringata nota il disappunto per la bocciatura della fabbrica dei materiali. Nel corso dell’assemblea dei soci di Accam, infatti, è stato presentato lo studio commissionato per capire le prospettive economiche del centro di riciclo. Un progetto che, senza troppi giri di parole, è stato definito antieconomico.
Studio che però ha anche causato le ire dei comitati che da anni spingono verso questa strada che hanno criticato sia l’autore dello stesso che la metodologia utilizzata. Ecco il comunicato integrale delle associazioni ambientaliste del territorio
Non possiamo che esprimere parere positivo sul fatto che l’81% dei soci abbia confermato la volontà di spegnere l’inceneritore entro il 31 dicembre 2017 e di avviare un impianto di trattamento dell’umido sul sito di Borsano per garantire la continuità aziendale.
Siamo rimasti invece molto perplessi dallo studio presentato sulla fabbrica dei materiali dal professor Mario Grosso del Politecnico, studio nel quale se ne sconsiglia la costruzione dichiarandola antieconomica. Ci meraviglia che uno studio del genere sia stato affidato a un Ente che da sempre promuove l’incenerimento dei rifiuti e in particolare a chi ha dichiarato in più occasioni che non ha senso puntare ad alti livelli di raccolta differenziata.
Infatti nelle slides presentate non mancano incongruenze e citazioni errate, ad esempio i materiali trattati si ipotizzano recuperabili solo al 15%(percentuale molto bassa e non in linea con altri studi sul tema ), percentuale che, ovviamente, renderebbe antieconomico l’impianto.
Se solo la percentuale considerata fosse anche solo prudenzialmente del 25%, il conto economico sarebbe ben diverso.
Lo studio non tiene inoltre conto del rapporto sinergico tra questo tipo di impianto e l’aumento della raccolta differenziata (contrariamente a quanto avviene per gli inceneritori), dichiarando addirittura che per poter attivare una fabbrica dei materiali bisognerebbe disattivare la raccolta differenziata.
Ci riserviamo comunque di commentare meglio il documento appena avremo possibilità di leggerne la versione integrale.
Ora prevale la nostra soddisfazione per la volontà di chiusura dell’impianto riconfermata dalla stragrande maggioranza dei soci e della volontà di procedere alla realizzazione di impianti alternativi.
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