Gli studenti dell’Olga Fiorini portano in scena il confine tra lecito e illecito

Giovedì 12 maggio i ragazzi del liceo delle Scienze Umane si esibiranno al Teatro sociale “Delia Cajelli”

spettacolo teatrale

La sottile linea di confine tra lecito e illecito è al centro della rappresentazione che gli studenti del liceo delle Scienze Umane “Olga Fiorini” – Progetto Spettacolo metteranno in scena giovedì 12 maggio: il sipario si aprirà alle 21 al Teatro sociale “Delia Cajelli”.

“The green light” è il titolo dell’originale copione, interpretato dagli alunni delle classi dalla prima alla quarta: quello che prenderà vita sul palcoscenico di via Dante è un viaggio storico e letterario ambientato negli anni Venti e ispirato, da un lato, al romanzo “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald e, dall’altro, alle battaglie di Emmeline Pankhurst per l’emancipazione femminile.

La trama contrappone così la lotta delle Suffragette, che a Londra si battono per il diritto di voto alle donne in una società dominata dal maschilismo, al lusso che oltreoceano si impossessa di una New York diventata regno di feste, cocktail, passioni e tradimenti, in netto contrasto con le grida che avvolgono la capitale inglese.

Come spiega il regista Nicola Tosi, insegnante di teatro nell’istituto di via Varzi, «in una società sempre più priva di valori abbiamo sentito la necessità di riflettere sul rapporto tra giustizia e legalità, attraverso due domande. La prima: lottare per i propri diritti è forse un crimine? Certo che no, eppure per la legge i ribelli sono sempre i “cattivi” della storia».
Ecco perché, sottolinea il docente, «ricordare le battaglie condotte dal movimento delle Suffragette a favore di metà della popolazione mondiale ci è pars o d’obbligo». «Di contro – prosegue Tosi – abbiamo voluto mostrare anche un altro volto dell’atto illecito, che non è solo quello compiuto da un gruppo di persone per rivendicare i propri diritti, ma anche quello commesso da singoli individui per il proprio tornaconto».

Da qui la seconda domanda: «Che cosa porta un individuo a essere
definito criminale? Dalla vicenda di Gatsby, giovane milionario americano, e dai suoi rapporti con la criminalità organizzata durante il periodo del proibizionismo, possiamo estrarre spunti interessanti di riflessione».

A rendere ancor più accattivante la rappresentazione sono le  coreografie, affidate all’insegnante di danza Marilena Garufi, che si è occupata anche dei costumi d’epoca, mentre la direzione corale è di Mariangela Martino, docente di musica.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Maggio 2016
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