Morì nell’ex-cartiera, chiesto il giudizio per gli amici
Il pm Luca Pisciotta ha chiesto il rinvio a giudizio per i due amici di Alessandro Giani, morto dopo un volo di 6 metri avvenuto a dicembre 2015, e per gli amministratori di Prealpi Servizi

Il sostituto procuratore di Busto Arsizio Luca Pisciotta ha chiesto il rinvio a giudizio per i cinque indagati nella vicenda che ha portato alla morte di Alessandro Giani, il giovane di Cassano Magnago morto il 24 dicembre scorso in seguito ad un volo di sei metri all’interno dell’ex-cartiera Vita-Mayer di Cairate mentre – con altri due amici – era entrato due giorni prima per passare un pomeriggio avventuroso che si è trasformato in tragedia.
A finire nel registro degli indagati sono stati i due amici, per loro le ipotesi sono omicidio colposo (va chiarito se i due hanno avuto un ruolo nella caduta del loro amico, ndr) e fabbricazione di materiale esplodente (avrebbero avuto con loro molotov autoprodotte che si divertivano a far esplodere in giro per la cartiera, ndr), e i legali rappresentanti della Prealpi Servizi sia per omicidio colposo che per omissione di lavori su edifici che rischiano la rovina.
Quanto avvenuto in quei giorni prima di Natale del 2015 ha portato la Procura della Repubblica a decidere il sequestro di un’area gigantesca, circa 7 ettari che equivalgono a dieci campi da calcio, per evitare altri episodi del genere all’interno della maxi-area industriale abbandonata da decenni e da molto tempo al centro delle attenzioni di appassionati di archeologia industriale ma anche di sportivi, ravers, writers e semplici curiosi.
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