Salta il confronto a tre fra i candidati: Di Napoli dice no
Sfuma l'idea di una serata con i tre candidati sindaco intervistati in pubblico dai giornalisti
Non ci sarà un confronto pubblico fra i tre candidati alla poltrona di sindaco di Lavena Ponte Tresa.
A dire no è Giuseppe Di Napoli, il candidato sindaco di “Pac – Partecipa al cambiamento”, la terza lista che è arrivata a scompigliare le carte di quella che sembrava una scontata partita a due tra il candidato sindaco Vanessa Provini, lista di continuità della maggioranza uscente, e Massimo Mastromarino di “Io Cambio”, espressione dell’opposizione in Consiglio comunale.
“Noi non aderiremo alla propaganda di nessuno – dice senza mezzi termini Giuseppe Di Napoli – La nostra strategia è stata programmata ed intendiamo rispettarla, dopodiché ognuno tragga la sua personale conclusione rispettando la nostra”.
Secondo Di Napoli il confronto a tre nasconderebbe una trappola: “Questo è il paese dei “giochetti”, che già nella composizione della lista abbiamo imparato a “dribblare” – dice in un comunicato – e siccome impariamo in fretta, non aderiremo ai giochetti di nessuno. Questa è la nostra posizione ufficiale. Con rispetto assoluto per le decisioni altrui”.
All’incontro pubblico è invece assolutamente favorevole Massimo Mastromarino candidato di “Io Cambio”: “Chi si candida a guidare la città non può avere paura di confrontarsi pubblicamente davanti ai cittadini a cui chiede il voto – dice – Credo che Lavena Ponte Tresa si meritasse un momento in cui gli elettori potessero mettere a confronto idee, persone e programmi, con giornalisti indipendenti che avrebbero posto domande ai candidati nella massima trasparenza. Sottrarsi a questo tipo di confronto non è un bel segnale. Per me è da fare anche se i candidati presenti sono solo due”.
Disposta al confronto, è infine Vanessa Provini, attuale vicesindaco della giunta Roncoroni e candidato sindaco per “Insieme si può“, ma solo se ci sono tutti i candidati: “Il confronto pubblico per noi non è un problema – dice – ma mi sembra scorretto farlo solo con due candidati”.
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Suscita molte perplessità la rinuncia a un confronto pubblico per paura di “trappole”. Se non altro sarebbe un modo per farsi conoscere e proporre le proprie idee. Presentarsi per una carica pubblica implica mostrarsi. Aspirare a fare il consigliere non è come un videogame o qualche battuta buttata lì sui social network.